Esistono storie difficili da ascoltare, storie di uomini e donne che, a causa dell’odio altrui, sono stati privati di casa e affetti, uccisi o braccati come prede, hanno patito sofferenze e umiliazioni inimmaginabili. Le storie dei sopravvissuti alla Shoah sono così: racconti terribili e, purtroppo, veri. Ma oltre all’esperienza del dolore c’è qualcos’altro che accomuna le vittime del genocidio nazista, la speranza. Molti ricordano infatti di essere sfuggiti all’angoscia dei momenti più bui, aggrappandosi a ricordi, pensieri e oggetti che li tenevano ancorati al mondo com’era prima delle leggi razziali. Piccole fiammelle di speranza che hanno permesso ai deportati di resistere. Matteo Corradini ha raccolto alcune di queste vicende commoventi ed esemplari, e le ha raccontate attraverso un percorso fatto di oggetti quotidiani, passioni e sogni, alla ricerca di quella forza che ha sorretto milioni di perseguitati nel momento più difficile. Matteo CORRADINI (1975), ebraista e scrittore, si occupa di didattica della Memoria. È tra i curatori del festival di Cuneo Scrittorincittà. Dal 2003 fa ricerca sul ghetto di Terezín, in Repubblica Ceca, recuperando storie, oggetti, strumenti musicali. Ha fondato il Pavel Žalud Quartet e il Pavel Žalud Trio. Prepara reading musicali e regie teatrali, andate in scena in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Paesi Bassi. Tra i suoi libri, il romanzo per ragazzi La repubblica delle farfalle, la curatela del Diario di Anne Frank e delle memorie dell’ebrea tedesca Inge Auerbacher (Io sono una stella). |
Nessun commento:
Posta un commento