Le amiche imperfette di Maria Pia Romano
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Una scrittrice mancata e una ghostwriter unite da un libro che nasconde un segreto
PP. 224 – Prezzo 15,00 €
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«La giovane scrittrice salentina (d’adozione) Maria Pia Romano ti trascina in profondità, ti scuote, a rischio di farti fuggire, ti spinge lì dove non vorresti osare. Giù in fondo a (ri)scoprire il sentimento dell’amore».
Bruno Luverà
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“Esiste solo la resa a qualcosa di più forte: un desiderio...”
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Una storia di vite che s’incontrano, stringono patti di alleanza, si perdono, si cercano ancora.
La bella e annoiata Angelica decide di pubblicare un romanzo ma, davanti alle pagine bianche, capirà che la scrittura richiede un talento che non si compra. O forse no...
La riservata e autentica Elisa, una ex compagna di liceo ora giornalista, potrebbe riuscire a scrivere quel libro di cui tutti già parlano.
La società mondana chiede che vengano soddisfatte performance elevate per tenere alto il tenore dell’apparenza. Il gioco pericoloso della perfezione non può correre il rischio del rovescio.
Ma la vita reale si rivela essere tutt’altra cosa.
Due donne unite da un inconfessabile segreto. Immerse nella spirale di una vicenda a cui è impossibile sottrarsi. E intanto, sulle frequenze di RadioLecce103, di notte una voce libera guarda vivere la città e slaccia parole che sono schegge di verità…
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MARIA PIA ROMANO è nata a Benevento nel 1976. Laureata in Ingegneria, giornalista e scrittrice, collabora con testate regionali e nazionali, si occupa di comunicazione e ufficio stampa.
Per Besa ha già pubblicato le raccolte di poesie Il funambolo sull’erba blu e La settima stella (2008); i romanzi Onde di Follia (2006) e L’anello inutile (2011), che ha ottenuto le Tre penne della rubrica del Tg1 “Billy il vizio di leggere” ed è stato finalista al Premio Nabokov 2012. Il racconto Settembre a Gallipoli è stato pubblicato nelle edizioni RAI-ERI.
Le sue poesie sono inserite nel Museo della Poesia di Perla Cacciaguerra a Cesa. Suoi testi sono stati tradotti da Amina Di Munno e Cassio Junqueira per il festival della letteratura italiana in Brasile nel 2011.
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La città contesa
Fiume 1918-1924. Un lustro e più di lotte e rivolte
di Giacomo Scotti
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Cronistoria di un periodo burrascoso, che portò Fiume alla ribalta europea
PP. 428 – Prezzo 20,00 €
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Questo libro, suddiviso in diversi capitoli e in due parti, fornisce una cronistoria particolareggiata degli avvenimenti con molte peculiarità poco note o addirittura sconosciute finora. Credo, perciò, che le pagine che seguono possano servire da guida per una larga cerchia di lettori. A me la fatica della consultazione di un bel mucchio di vecchie carte, a voi il piacere di una piacevole lettura.
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In questo volume, corredato da un ricco apparato fotografico, Giacomo Scotti fornisce una cronistoria particolareggiata e ricca di dettagli ancora poco o per nulla conosciuti del periodo che va dalla fine della Prima guerra mondiale all’annessione di Fiume all’Italia, attraverso la Reggenza di D’Annunzio e lo Stato Libero di Riccardo Zanella.
La città di Fiume torna così alla ribalta europea sia per la sua attualità, sia perché conserva le pagine di una storia mondiale del periodo 1918-1924, anni in cui fu contesa e tormentata, dagli ultimi giorni della Grande Guerra (ottobre 1918) ai primi mesi della sua annessione all’Italia (marzo 1924).
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GIACOMO SCOTTI, originario di Napoli e spostatosi in Istria nel 1947, ha già pubblicato per Besa Tornano fate e streghe. Nuove favole e leggende dell’Istria (2015), i due volumi di Favole e leggende dai Balcani (2017), Favole e leggende dall’Est Adriatico (2018), Gli animali parlanti. Favole di autori serbi in versi e in prosa (2018, con una favola dello scrittore Premio Nobel Ivo Andrić), Favole e racconti popolari ungheresi (2019). Sempre per Besa sono usciti i saggi Un frate con li turchi. Un religioso italiano del ‘600 in viaggio nei Balcani (2019) e Si chiamava Jugoslavia. Viaggi nei Balcani occidentali dall’Istria alla Macedonia (2020).
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Lo scrittoio e il proscenio di Piero Gobetti
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Scritti letterari e teatrali di una delle più autorevoli voci dell’antifascismo
PP. 260 – Prezzo 20,00 €
A cura di Guido Davico Bonino Con uno scritto di Carlo Dionisotti
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C’è un dato, quando si pensa a Piero Gobetti, che non cessa di stupirci e di accenderci, ogni volta, di ammirazione: la sua opera, prodigiosa per varietà di interessi e vastità di orizzonti, si esprime tutta, come una fiammata, nel giro di sette anni: dal novembre 1918, a pochi mesi dall’uscita dal liceo Gioberti di Torino, quando fonda la sua prima rivista, «Energie Nove», a quando, nella notte tra il 15 e il 16 febbraio ’26, muore a Parigi in una clinica della Avenue Victor Hugo.
Dall’Introduzione di Guido Davico Bonino
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Lo scrittoio e il proscenio. Scritti letterari e teatrali raccoglie un’argomentata e ampia antologia di interventi a firma di Piero Gobetti, grande intellettuale e pensatore politico, prematuramente scomparso per mano del regime fascista.
Attraverso le tre riviste dirette e fondate nell’arco di sette anni – dal novembre 1918 al febbraio 1926 –, Gobetti interviene sui nodi cruciali dell’attività letteraria e editoriale italiana: il vocianesimo, il futurismo, la “scoperta” dei narratori russi e degli scandinavi. Succeduto come critico teatrale ad Antonio Gramsci sul torinese «Ordine Nuovo», riflette poi sulla tirannia dei primattori come il positivista Ermete Zacconi, su Pirandello e i grotteschi, offrendo inoltre una precoce valutazione del teatro francese di ricerca, da Paul Fort a Lugné-Poe e Antoine.
Il volume, a cura e con un’ampia introduzione di Guido Davico Bonino, già docente di Storia del Teatro all’Ateneo torinese, si chiude con uno scritto di Carlo Dionisotti.
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PIERO GOBETTI (1901-1926) è stato un intellettuale antifascista. Giornalista, filosofo, editore e traduttore, ha fondato e diretto le riviste «Energie Nove», «La Rivoluzione liberale» e «Il Baretti».
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L'oscurità e la luce di Mayumi Hattori
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Un romanzo che mescola fiaba antica e moderna, horror gotico e storie criminali del nostro tempo
PP. 216 – Prezzo 15,00 €
Traduzione di Daniela Guarino
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Papà mi chiamava spesso “principessa della luce”. Tanto bella da abbagliare. Bella stava per splendida. Splendida come un fiore, diceva anche. Con Dafne era diverso.
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Reia è cieca, misura l’ambiente e le poche persone che sono con lei attraverso il suono delle voci e i profumi dei corpi. Dafne, una donna misteriosa, la sorveglia: le trasmette paura, la sua voce è minacciosa, il suo profumo insopportabile. Reia ha tre anni quando ha inizio il racconto. Vive isolata dal mondo in un luogo misterioso, chiuso nel tempo dei libri e della musica, circondato da nemici che tengono in loro potere il padre, un re spodestato, che è il suo punto di riferimento e il suo unico tramite con il mondo.
L’oscurità e la luce è un romanzo che mescola magistralmente fiaba antica e moderna, horror gotico e storie criminali del nostro tempo. Una fiaba vera dove i cattivi, giocando i ruoli fondamentali dell’universo infantile, ne rappresentano le paure e i traumi.
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MAYUMI HATTORI è nata a Tokio nel 1948. Diplomata all’Accademia di Belle Arti, nel 1984 viene premiata nella decima edizione della mostra d’arte nippo-francese. In ricordo di quell’evento scrive Toki no arabesque – Arabeschi del tempo, con cui vince il premio “Yokomizo Seishi”. Da allora ha pubblicato numerose raccolte di racconti mistery. È scomparsa nel 2007.
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