Un racconto che è un omaggio dell'autore per risollevare un po' gli animi durante la pandemia, almeno in teoria. Il titolo è fuorviante, non c'è nulla di romantico, anzi.
Non avevo mai letto i romanzi con protagonista Rocco Schiavone ma conoscevo il personaggio dalle serie tv. Particolare ed interessante, unico nel suo genere, converrete. Durante la lettura immaginavo Giallini parlare e con lui gli altri protagonisti a me visivamente familiari.
Nella scala di rotture di Rocco Schiavone siamo al top, un morto ammazzato, almeno così sembra.
Il parrucchiere Manlio Sperduti è stato ritrovato riverso nella vasca da bagno con un filo elettrico appeso, morto per folgorazione.
La situazione a casa di Manlio è tesa, per chi non lo è stata durante la pandemia vi chiederete, beh, nel suo caso lo era già da prima con moglie, figli, suoceri e persino cognato nullafacente al seguito.
Cosa ha ucciso il povero Manlio è chiaro, come sia successo è da capire. Lascio a voi il dubbio.
Certosino è lo spaccato descritto all'inizio dall'autore, una sorta di ricordo di quello che è stato l'inizio dell'emergenza sanitaria. Sembra quasi un ricordo lontano ed, invece, è storia recente se non attuale. Speriamo sia presto storia passata.
Una lettura piacevole seppur amara.
Infine, l'autore invita a fare una donazione allo Spallanzani di Roma, per chi volesse.
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