pag. 192 – prezzo 16€
Sinossi:
Un tavolino, un
caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.
ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.
In Giappone c’è una caffetteria
speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano
mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli
stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il
momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si
è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è
lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra
che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola
da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire
il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio
di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il
destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una
sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a
trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai
ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai,
che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine
Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere
una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente
riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non
è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il
presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni
cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata
sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
L’autore:
To shikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove
lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché
il caffè è caldo, suo
romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.
pag. 320 – prezzo 18,60€
Sinossi: Movimenti sospetti nella notte di Bellano: forse
allucinazioni, forse faccende private, forse non proprio reati.
Forse.
«Un
uomo in mutande?» chiese il maresciallo Ernesto Maccadò. Nessuna
traccia di sorriso. Anzi, un’espressione che valeva un punto
interrogativo.
Il Misfatti l'aveva messa sullo scherzo, ma quello, niente, aveva preteso i dettagli invece di riderci su.
«Si spieghi meglio, appuntato», disse il Maccadò.
«Dicevo tanto per…» annaspò il Misfatti.
«L’ascolto comunque», insisté il maresciallo.
Il Misfatti l'aveva messa sullo scherzo, ma quello, niente, aveva preteso i dettagli invece di riderci su.
«Si spieghi meglio, appuntato», disse il Maccadò.
«Dicevo tanto per…» annaspò il Misfatti.
«L’ascolto comunque», insisté il maresciallo.
12
aprile 1929. È la volta buona. Capita di rado, ma quando è il
momento l’appuntato Misfatti si fa trovare sempre pronto. Dipende
dall’uzzolo della moglie, che stasera va per il verso giusto. E
così, nel piatto del carabiniere cala una porzione abbondante di
frittata di cipolle. Poi un’altra, e una fetta ancora, e della
frittata resta solo l’odore. Che non è buona cosa, soprattutto
perché ha impregnato la divisa, e chi ci va adesso a fare rapporto
al maresciallo Ernesto Maccadò diffondendo folate di soffritto? Per
dirgli cosa poi?, che durante la notte appena trascorsa è stato
trovato il povero Salvatore Chitantolo mentre vagava per le contrade
mezzo sanguinante e intontito, dicendo di aver visto un uomo in
mutande correre via per di là? Sì, va be’, un’altra delle sue
fantasie. In ogni caso la divisa ha bisogno di una ripulita. Ma
proprio energica. Come quella di cui avrebbero bisogno certe
malelingue, che non perderebbero l’occasione di infierire sullo
sfortunato Salvatore ventilando l’idea di rinchiuderlo in un
manicomio. Anche il Comune, guarda un po', sta progettando una grande
operazione di pulizia, una «redenzione igienica» che doti Bellano
delle stesse infrastrutture che vantano già altri paesi del lago,
più progrediti nella civiltà e nel decoro. Ma, un momento, che ci
faceva esattamente un uomo in mutande, in piena notte, per le vie del
paese? E perché correva?
In Un uomo in mutande il maresciallo Ernesto Maccadò si trova per le mani un caso che forse non lo è, o forse sì. Andrea Vitali gioca con il suo personaggio preferito, stuzzicando la sua curiosità e mettendo alla prova le sue doti di buon senso. Una specie di trappola alla quale chissà se il maresciallo saprà sfuggire. Unica certezza: il godimento del lettore.
In Un uomo in mutande il maresciallo Ernesto Maccadò si trova per le mani un caso che forse non lo è, o forse sì. Andrea Vitali gioca con il suo personaggio preferito, stuzzicando la sua curiosità e mettendo alla prova le sue doti di buon senso. Una specie di trappola alla quale chissà se il maresciallo saprà sfuggire. Unica certezza: il godimento del lettore.
L’autore: Andrea
Vitali è nato a Bellano nel 1956. Medico di professione, ha esordito
nel 1989 con il romanzo Il procuratore, che si è aggiudicato
l’anno seguente il premio Montblanc per il romanzo giovane. Nel
1996 ha vinto il premio letterario Piero Chiara con L’ombra di
Marinetti. Approdato alla Garzanti nel 2003 con Una finestra
vistalago (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e
premio Bruno Gioffrè 2004), ha continuato a riscuotere ampio
consenso di pubblico e di critica con i romanzi che si sono
succeduti, costantemente presenti nelle classifiche dei libri più
venduti, ottenendo, tra gli altri, il premio Bancarella nel 2006 (La
figlia del podestà), il premio Ernest Hemingway nel 2008 (La
modista), il premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante, il
premio Campiello sezione giuria dei letterati nel 2009, quando è
stato anche finalista del premio Strega (Almeno il cappello),
il premio internazionale di letteratura Alda Merini, premio dei
lettori, nel 2011 (Olive comprese). Nel 2008 gli è stato
conferito il premio letterario Boccaccio per l’opera omnia, nel
2015 il premio De Sica e nel 2019 il Premio Giovannino Guareschi per
l’Umorismo nella Letteratura.
Il suo sito è: www.andreavitali.info
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