Sinossi: Dopo il dolore per l’improvvisa morte del padre e
per il crudele abbandono della madre, viziosa ed egoista, Laura e Clara, due
sorelle di quindici e nove anni, si trovano costrette a lottare per la
sopravvivenza.
Laura «che aveva deciso di studiare medicina come suo
padre…» trova lavoro in una fabbrica di proprietà di Felix Shaw, un uomo molto
più vecchio di lei che si offre di prenderla in moglie, se lei vorrà, in modo
da prendersi cura anche di Clara. Ma «il generoso» Felix, dopo il matrimonio,
rivela presto la sua vera identità di alcolizzato violento, frequentatore di
compagnie dubbie, misogino e malvagio, incapace di riconoscere la sua
omosessualità. Gradualmente, l’attenzione di Felix si sposta dalla sorella più
grande a quella più piccola. Laura, passiva e rassegnata ormai alla sua
condizione di vittima, crede che non ci sia una via di fuga e decide di
accettare supinamente il suo destino, al punto da arrivare a giustificare il
marito contro sua sorella. Ma Clara, con i suoi sogni frustrati, incoraggiata
dalla lettura di Cechov, riesce a fuggire da quella casa combattendo per la sua
libertà e una vita migliore.
L’autrice: Elizabeth
Harrower nasce a Sydney nel 1928. Pubblica
il suo primo romanzo Down in the City nel 1957 e, a seguire, The Long Prospect
e The Catherine Wheel nel 1960. Gli sguardi addosso è il suo quarto romanzo,
edito nel 1966. La morte della madre la spinge a non pubblicare In Certain
Circles e a isolarsi. Dopo lunghe insistenze del suo editore e di amici
scrittori, ritorna alla scrittura e Gli sguardi addosso viene ripubblicato,
riscuotendo un grande successo di critica e di pubblico. Elizabeth Harrower è
senza dubbio tra i più grandi scrittori viventi.
Sinossi: In ‘Nzularchia si racconta di una notte spaventosa,
in un derelitto palazzo dentro il quale arrivano i tuoni e i lampi di una
tempesta incombente. Gaetano deve fare i conti, testimone il giovanissimo
Piccerillo, del sopruso, dell’orrore, della violenza subìta da un padre
camorrista e assassino che si aggira dentro una vestaglia consumata nelle sale
di quel palazzo. Siamo alla fine degli anni Novanta del Novecento, ma il tempo
sembra contrarsi e aprirsi come in una tragedia antica. L’inconscio di Gaetano
emerge a scatti, a conati dal buio e il
padre Spennacore si erge torvo e torbido a testimoniare un dominio decaduto e al
contempo intriso di colpa e di mostruosità.
«Io sono la fame che ti fa diventare infame, io sono un
infame, traditor, morto di fame.»
'Nzularchia è l’itterizia, la piaga, il segno che marchia
una umanità condannata, senza identità, che sfida il labirinto per cercare un
dolore originario e una colpa, o meglio ancora, un colpevole.
«Io sono un mare di fuoco, il pieno nel vuoto, io sono
tutto, niente, prima e dopo, un sorriso sdentato, un peto irriverente servito
sulla tavola della morte avvolgente.»
L’autore: Mimmo Borrelli
(Napoli 1979) scrive ’Nzularchia fra il 2003 e il 2005, vince il premio
Riccione e Franco Quadri lo definisce «uno scrittore furibondo, fluviale,
forte, già importante». Il talento è confermato da ’A Sciaveca (2007), Premio
Tondelli, e da La madre: ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma, rivisitazione del
mito di Medea, che ottiene il Premio Testori. Nel settembre 2012 la sua
opera-oratorio Napucalisse apre la stagione del Teatro San Carlo di Napoli,
musicata dal compositore Giorgio Battistelli. Dopo Opera Pezzentella (2014),
collabora con Roberto Saviano in Sanghenapule, spettacolo inserito all’interno
della rassegna 2015-2016 del Piccolo Teatro di Milano.
Sinossi: Un uomo semplice, un padre premuroso si trasforma
in uno spietato boss della droga.
Nemesis racconta la storia di un uomo come tanti, racconta
la storia di Antonio, un brasiliano tra milioni, che si fa chiamare Nem. È un
giovane lavoratore, padre premuroso, che a causa di una rara malattia della
figlia si trova ad avere bisogno di aiuto nella tristemente nota favela di
Rocinha a Rio. Imbrigliato in una realtà di corruzione e violenza, Nem decide
di reagire nell’unico modo che per lui ha senso: lottando. Per sconfiggere la
miseria, Nem realizza che gestire un traffico organizzato e controllato di
droga, oltre che remunerativo, è il male minore se paragonato all’eterogenea e
pervasiva rete di ladri, rapinatori, rapitori a piede libero che asfissiano il
suo mondo. Ecco come un uomo rispettabile, fino al giorno prima impegnato nella
consegna dei giornali a domicilio, riesce a diventare il boss di uno dei più
grandi cartelli della droga in Brasile scalando, fino a raggiungere il primo
posto, la lista dei latitanti più pericolosi del Paese.
L’autore: Misha Glenny è un giornalista. Come corrispondente
dall’Europa centrale, prima per il «Guardian» e poi per la BBC, ha raccontato
il crollo del comunismo e le guerre nell’ex Jugoslavia. Ha vinto il Gold Award
di Sony per il contributo eccezionale alla radiodiffusione. Autore di quattro
libri d’inchiesta, tra cui l’acclamato McMafia, Glenny è stato consulente
giornalistico di governi statunitensi ed europei durante la ricostruzione di
Serbia, Macedonia e Kosovo. Oggi vive a Londra.
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