pag. 248 – prezzo 17,50€
Sinossi: Romantico, esplicitamente erotico e
meravigliosamente scritto, La stanza dei kimono è un romanzo in cui le passioni
fioriscono al ritmo delle stagioni, e i kimono e i templi shinto svelano ai
personaggi i loro stessi, complicati, desideri, in un Giappone pieno di
tradizione, storia e poesia. Da tre generazioni, a Tokyo, la famiglia della
giovane Asako gestisce un raffinato negozio di kimono. Quella del kimono è un’arte:
ogni colore, ogni materiale, modello o fantasia ha un suo significato, che solo
pochi sono in grado di decifrare. E quando Asako riceve in dono da sua nonna la
splendida collezione privata della famiglia – una collezione di kimono antichi,
preziosissimi, in cui ogni pezzo è unico e ha la sua storia – capisce che è il
momento di lasciare il suo lavoro di organizzatrice di matrimoni e cominciare
una nuova vita. D’altra parte, suo marito Seiji sembra essersi allontanato da
lei, preda dell’infelicità e in cerca di qualcosa che forse Asako non riesce
più a dargli. È tramite il negozio di kimono che Asako incontra Masataka, un
affascinante sconosciuto di Kyoto che ha dei kimono speciali da proporle in
vendita. Masataka è sposato con Chisa, una ragazza misteriosa con un passato
pieno di ferite. Ferite che incidono con il suo senso di inadeguatezza e di
paura, ma anche di fatale attrazione, nei confronti degli uomini e del sesso.
Asako, Masataka, Chisa, Seiji: quattro persone le cui storie sono destinate a
intrecciarsi, e che presto si scopriranno legate a doppio filo dal richiamo
della passione, dell’eros, della perversione e del piacere che a volte a essa
si accompagna.
L’autrice: YUKA MURAYAMA, è una delle più importanti autrici
giapponesi della sua generazione. Il suo debutto Angel’s Egg, nel 1993, fu un
bestseller da più di un milione di copie in Giappone, vincitore di uno dei più
prestigiosi premi letterari per esordienti (lo Shosetsu Subaru New Writer’s
Award) e diventato un film nel 2006. Nella sua scrittura si è sempre più
evidenziato il suo interesse per le protagoniste femminili e il loro rapporto
con l’amore e il sesso. Hanayoi (La stanza dei kimono) è il suo più recente
romanzo, tradotto quest’anno in Francia e il primo a essere tradotto in
italiano.
pag. 204 – prezzo 16,50€
Sinossi: Dopo Ritrovarti, molto amato anche dai lettori
italiani, Véronique Olmi torna con un romanzo delicato e struggente, che riesce
a toccare tutte le corde del cuore. Suzanne ha l’orecchio attento all’armonia
della vita. È accordatrice di pianoforti da sempre, e da sempre sa ascoltare la
cadenza delle giornate, il ritmo della sua stessa esistenza, le note sempre
uguali dei suoi pensieri. Finché, un giorno, un incontro cambia tutto. Quel
giorno di settembre, in cui Suzanne entra per la prima volta a casa di Serge, a
Montmartre. È lì per accordare il piano di suo figlio. All’inizio, Suzanne e
Serge non si accorgono l’una dell’altro. Ma poi una nota nuova e improvvisa
sembra risuonare nell’aria. E i due, a poco a poco, pur essendo entrambi
sposati, invischiati in altre vite, si innamorano. Al punto che Serge sceglierà
di fare di Suzanne l’unica depositaria di un segreto terribile, legato alla sua
infanzia, un segreto che gli avvelena la vita. Un amore impossibile, il loro,
tormentato, destinato a finire. Eppure, un incontro che racchiuderà per
entrambi il senso di una vita.
L’autrice: VERONIQUE OLMI, nata a Nizza nel 1962, è autrice
di opere teatrali (messe in scena in Europa, Canada e America Latina) e di
romanzi amatissimi dal pubblico e premiati dalla critica, tra cui In riva al
mare e La pioggia non spegne il desiderio (Einaudi), e Ritrovarti (Piemme).
pag. 252 – prezzo 17,50€
Sinossi: «Mentiamo, Henry. È questo che facciamo.» Celia
Harrison sa, o crede di sapere, cosa l’aspetta la sera in cui, nell’idillica
Carmel-by-the-Sea, di fronte alle onde del Pacifico, arriva con un volo
dall’Europa l’agente Henry Pelham – che con la sua stanchezza, le spalle curve,
e quell’incontrollabile voglia di un Martini, sembra arrivato apposta per
riportarla indietro nel tempo, a un passato che Celia sembra aver deciso di
gettarsi alle spalle. Un passato in cui anche lei, come Henry, era un’agente
della CIA. E in cui un terribile atto terroristico all’aeroporto di Vienna, che
la CIA non seppe né arginare né sventare, mise fine alle loro carriere. Al loro
amore turbolento. Alla fiducia che nutrivano l’uno per l’altra. Un solo
appuntamento a cena: il primo dopo molti anni, e quasi sicuramente l’ultimo.
Anche Henry sa, o crede di sapere, cosa lo aspetta. Per lui questa è la cena
della resa dei conti. La cena in cui riuscirà a sapere – con ogni mezzo, lecito
e illecito – cosa successe davvero nel 2006 a Vienna, e in cui saprà anche
perché, subito dopo, Celia lo lasciò per sempre, sgretolandogli il cuore. Ma
Celia ha altri programmi per la serata – e per Henry. Perché nulla è come
sembra durante questa lunga, burrascosa, sorprendente cena di ex amanti, ex
colleghi, ex spie. Nulla se non una cosa: ogni parola detta è una bugia.
L’autore: OLEN STEINHAUER, è nato nel 1970 in Virginia e
vive a New York. È uno dei giovani autori americani di thriller più promettenti
del momento. Considerato l’erede di le Carré, ha vinto con The Nearest Exit il
Dashiell Hammett Award e, due volte, l’Edgar Award. La cena delle spie, il suo
primo romanzo che non appartiene a una serie, è stato un bestseller del New
York Times come i precedenti, è tradotto in 15 paesi, e sarà presto un film per
la regia di Neil Burger, regista di ‘Divergent’ e ‘The Illusionist’. Al momento
sta scrivendo ‘Berlin Station’, una produzione originale per Epix (Paramount),
uno dei canali streaming emergenti in USA.
www.olensteinhauer.com
pag. 228 – prezzo 16,50€
Sinossi: Questo romanzo è opera di una nota scrittrice
italiana. Per la prima volta sceglie la via dell’anonimato, forse per non
complicarsi una vita già complicata; proprio come quella di Letizia,
personaggio di fantasia e protagonista del romanzo. Alle prese con una situazione decisamente
affollata: due uomini non proprio affidabili (un ex marito, Marco, e un nuovo
compagno, Giacomo); due suocere (quella del primo matrimonio e quella “in
carica”); una madre pensionata e giramondo; un doppio lavoro (uno per pagare le
bollette e uno per dare sfogo alla sua vena creativa). E, soprattutto, una
figlia: Susanna, sedici anni, smartphone incollato alla mano e auricolari
perennemente infilati tra le ciocche rosa dei suoi capelli. Finora Letizia era
riuscita a barcamenarsi, trovando tempo e spazio per tutto e tutti. Non aveva
calcolato, però, ciò che ogni genitore teme dal giorno in cui nasce il primo
figlio: l’adolescenza. Sì, perché Susanna, una ragazza che fino a un attimo
prima giocava con le Barbie, la abbracciava e si lasciava abbracciare, e le
raccontava ogni secondo delle sue giornate, si è trasformata in una creatura
estranea e misteriosa. Dai repentini sbalzi d’umore alle orgogliose
dichiarazioni d’indipendenza, dalla scoperta del sesso alla prima devastante
delusione d’amore, dai litigi al vetriolo ai brevi momenti di inaspettata
complicità, Susanna cerca la sua strada per diventare donna. E Letizia, nel
tentativo di stare al passo con lei, non può fare a meno di mettere in
discussione anche se stessa. Tra lacrime e risate, frecciatine velenose e
silenzi ingombranti, abbracci dati e trattenuti, una storia in cui potersi
identificare e che fa sentire meglio.
L’autrice: LAVINIA L. MARCHIOTTI, è lo pseudonimo di una
nota scrittrice italiana, che ha effettivamente una figlia adolescente. Ci
tiene quindi a precisare, se l’anonimato non bastasse, che questo romanzo è
un’opera di fantasia.
pag. 228 – prezzo 15€
Sinossi: Con queste parole papa Francesco apriva il Sinodo
sulla famiglia, spalancando prospettive fino a quel momento impensate per le
gerarchie ecclesiastiche e invitando a praticare il comandamento esplicito di
Gesù: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il
quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà
misurato anche a voi». Sessualità, unioni omosessuali, contraccezione, coppie
di fatto, nuove famiglie, ma anche libertà religiosa, ecologia, finanza, nuove
povertà e nuove schiavitù. Sono argomenti spinosi, che mettono a confronto
libertà di coscienza e dottrina cristiana. Papa Bergoglio offre la sua lettura
inedita, improntata a una visione teologica profondamente riformatrice. È una
apertura umana e religiosa, che interessa sempre di più anche i non credenti e
che suscita accesi dibattiti dentro e fuori la Chiesa. L’indurimento del cuore
giudicante – che il pontefice chiama “sclerocardia” – è conseguenza della
chiusura dell’io su se stesso: un io isolato, egoista, ripiegato su tradizioni
obsolete che calpestano la dignità delle persone. Occorre che il “cuore di
pietra” diventi un “cuore di carne”. E, per Francesco, solo le parole del
Vangelo che lasceremo cadere, goccia a goccia, nel nostro spirito rigido
sapranno renderlo palpitante e compassionevole.
L’autore: FRANCESCO (Jorge Mario Bergoglio), è nato a Buenos
Aires il 17 dicembre 1936. Dal 13 marzo 2013 è vescovo di Roma e il 266º papa
della Chiesa cattolica. Il 13 marzo 2015 ha voluto imprimere una decisiva
svolta al pontificato indicendo l’Anno Santo della Misericordia. Per Piemme ha
pubblicato vari titoli, fra cui il bestseller internazionale Il nome di Dio è
Misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli (2016).
pag. 256 – prezzo 17,50€
Sinossi: Centinaia e centinaia di fuggitivi – a piedi –
forzano il blocco e sfondano la linea di confine greco-macedone. Con filo
spinato e granate assordanti la polizia cerca di frenarli. Arrivano dalla
Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan e premono per entrare nei Paesi della zona
Schengen. Il governo di Skopje usa il pugno duro. Un fotografo e una
documentarista volano sul posto per vedere con i propri occhi quel che sta
accadendo e raccontano con coraggio questo esodo biblico. Secondo i dati
ufficiali, sono quasi sessantamila i migranti arrivati in Macedonia da allora a
oggi. Cercano di raggiungere l’Europa, forzando il cordone di sicurezza
attraverso il posto di frontiera macedone di Gevgelija. La polizia usa bastoni,
raddoppia il filo spinato, ma i confini vengono sfondati e la maggior parte dei
profughi – uomini, donne, bambini – si dirige camminando sui binari verso le
più vicine stazioni ferroviarie per andare verso la Serbia e, da lì,
raggiungere l’Ungheria e poi gli altri Paesi europei. Sono notti trascorse all’addiaccio,
nei campi, sotto la pioggia, con scarso accesso a cibo e acqua. È un camminare
a piedi caparbio, che lascia sulla terra orme di dolore, di speranza e di
tragica lotta per la sopravvivenza. Le immagini e le parole di questo reportage
di grandissima intensità testimoniano la forza e la dignità umana di chi
cammina. Gli “esiliati” sono consci di esercitare un diritto primordiale:
attraversare i territori. Qualcosa di antico, di atavico, ma anche di
assolutamente nuovo.
Gli autori:
Cécile Kyenge, originaria del Congo, arriva in Italia a
diciannove anni con una borsa di studio, si laurea in medicina e si dedica
all’integrazione dei migranti.
Eletta
nelle file del PD, nel 2013 è ministro per l’Integrazione e nel 2014 viene eletta
al Parlamento Europeo. Per Piemme ha pubblicato: Ho sognato una strada (2014).
Paolo Rumiz, giornalista, scrittore, editorialista di
Repubblica, ha firmato reportage da zone di guerra e grandi racconti di
viaggio. Nel 1986 ha seguito gli eventi bellici dell’area balcanica e nel
novembre 2001 è inviato a Islamabad e poi a Kabul. I suoi libri di viaggio, la
maggior parte usciti per Feltrinelli, sono bestseller internazionali. Fra i
successi recenti ricordiamo Morimondo (2013), Come cavalli che dormono in piedi
(2014) e Appia (2016).
Luigi Ottani, fotografo, pubblica i suoi scatti su Corriere,
Repubblica, Avvenire. La sua attività, prevalentemente rivolta a temi sociali,
lo ha portato a raccontare storie di “umanità” con mostre e pubblicazioni. Fra
i suoi reportage ci sono la Cambogia, la Palestina, il Sahel, la Bosnia,
Beslan, lo Tsunami, il Saharawi, il terremoto in Emilia. Nel 2007, con il
volume Niet Problema! sul disastro nucleare di Chernobyl, ha vinto il premio
“Marco Bastianelli” per il miglior libro fotografico italiano.
Roberta Biagiarelli, autrice, attrice teatrale e
documentarista; esperta di Balcani, si dedica alla produzione, ricerca e
interpretazione di temi storici e sociali. Documentari: Souvenir Srebrenica
(2006), La neve di giugno (2007), La Transumanza della Pace (2012).
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