Noi siamo Anonymous
di Parmy Olson
500 pag - prezzo 19€
Premessa:
Anonymous balza
agli onori delle cronache nel 2008 oscurando il sito di quei potentoni di
Scientology. Antefatto: un altro sito, Gawker,
aveva pubblicato un video con un improbabile Tom Cruise cheerleader per la
chiesa/setta di Ron Hubbard. Il video era finito su youtube e Scientology aveva
tentato di eliminarlo appellandosi a una violazione di copyright. Quando la
notizia arriva a 4chan – originariamente un sito di incontro di varie
sottoculture internettiane – i tempi sono maturi per una presa di coscienza del
potere del web, o meglio del potere della massa attraverso il web. Secondo Parmy Olson, infatti, proprio quest’idea di
“portare la gente a credere nel potere della massa” è stata una delle conquiste
più significative del gruppo. In ogni caso, uno user di 4chan lanciò
un messaggio: “È tempo di usare le
nostre risorse per fare qualcosa in cui crediamo”.
Un primo gruppo
nebuloso di hacker e attivisti internettiani si unì in un collettivo: Anonymous
era nato e il sito di Scientology era stato oscurato. Primo attacco, prima
vittima. Poi sono venute la
Sony , la
Fox , i sistemi informatici di Mastercard e Paypal, il governo
tunisino ed egiziano e la
Cia fino a quando l’anno scorso il Dipartimento per la
sicurezza nazionale Usa ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni.
“La storia di Anonymous e delle sue
ramificazioni è straordinaria per la velocità e l’imprevedibilità in cui sono
cresciuti”, scrive il New York Times. “Olson ricostruisce gli
eventi in maniera impeccabile e fornisce una chiara linea temporale attraverso
le complicate e tortuose vicende di Anonymous. Si concentra in
particolare su come è venuto su il piccolo gruppo di LulzSec”. “Se Anonymous è
stato il notiziario delle 6, LulzSez era il ‘Daily Show’, scrive infatti la
giornalista. Secondo il Washington Post, Olson ha anche un altro
merito, quello di aiutare i lettori a decifrare
codici linguistici cibernetici sconosciuti ai più, lo slang del web per dirla in
modo semplice, e riconoscere così i suoi abitanti esclusivi che comunicano via
IRC (Internet Realy Chat) usando nickname come “TFlow” e “AVunit” e raramente si
incontrano in IRL (in real life).
E se Anonymous è
un fenomeno internazionale, tra la polizia, nei vari paesi, non esiste ancora un
accordo comune su come vigilare internet. All’arresto di
“Tapiary” ne sono seguiti altri con un’enorme risonanza internazionale, tutti
massimo ventenni, tutti originari di luoghi remoti di America, Inghilterra e
Irlanda. Ma America Inghilterra e Irlanda non hanno adottato le stesse misure
penali: in Usa stanno scontando 20 anni di carcere, in Irlanda alla fine le
accuse sono cadute e sono stati rilasciati, in Uk, “Tapiary”, o meglio ormai
Jake Davis, accusato di cospirazione, rischia anche l’accusa per frode e
l’estradizione. Cosa succederà
domani? Nessun lo sa. Intanto Anonymous promette di non fermarsi. Di continuare
a turbare. Di prendere in giro. Di manipolare utenti internet. Di buttar giù
grosse compagnie internazionali. Di colpire ancora. Chi sarà il
prossimo?
Sinossi: Spalle larghe, capelli a spazzola e sguardo fiero, Aaron Barr era stato un militare specializzato in crittografia e sistemi informatici. Poi si era messo in proprio e vendeva i suoi servizi come esperto di sistemi di sicurezza al governo. Ultimamente, per farsi un nome, aveva deciso di fare meglio dell’Fbi nel risalire a un gruppo di hackeristi, hacker attivisti, chiamati Anonymous. Con uno pseudonimo, era entrato in contatto con alcuni di loro: Topiary, Sabu, Kayla. Una domenica di febbraio del
L'autrice: Vive a Londra ed è caporedattrice di Forbes Londra.
La porta del paradiso
di Alfredo Colitto
pag. 460 - prezzo 9,90€
Sinossi: Dal 1300 al 1600,
dalle calli e dai canali dell’oscura Venezia medievale de Il libro dell’angelo, a una Napoli
splendida e sordida a cui fa da contraltare tutta la suggestione del Messico
coloniale nel periodo in cui in Europa infuria la guerra dei Trent’anni.
Lasciato indietro il medico
bolognese Mondino de’ Liuzzi e la sua serie (prima de Il libro dell’angelo 2011, Cuore di ferro 2008 e I discepoli del fuoco), Alfredo Colitto
torna con La porta del paradiso.
Non un thriller questa volta – se già il genere thriller stava stretto al
precedente, come scrisse l’Unità,
“un libro al crocevia tra avventura,
religione, amore, politica, spionaggio” secondo Il Giornale -, ma un romanzo storico che strizza l’occhio all’avventura
nella migliore tradizione dei grandi romanzieri francesi, incalzato com’è da
appassionanti vicende tra Europa e Sudamerica, l’incontro tra culture diverse e
rocamboleschi viaggi per mare.
Un intreccio – anzi due, quello
napoletano e quello messicano – che abbraccia un decennio di storia e di
emozioni, positive e negative: l’amore, l’affetto, l’amicizia, la vendetta,
l’avidità, il rancore. E se il thriller medievale ha fatto di Colitto uno
scrittore sempre più amato dalla critica e dai lettori, oltre che un autore internazionale tradotto in sette lingue e
pubblicato in ben ventuno paesi (dall’Inghilterra
all’Irlanda alla Francia alla Germania alla Spagna, arrivando fino in Brasile,
Serbia e Turchia, più Messico, Argentina, Cile, Perù e Canada, e poi ancora
Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, India, Indie Occidentali, Giamaica, Hong
Kong e Singapore), La porta del
paradiso – romanzo autonomo rispetto ai precedenti-, nasce proprio
dal desiderio di raccontare una storia di più
ampio respiro per scrivere la quale Colitto si è trasferito a
Napoli, città che più di altre ha vissuto il peso della dominazione
coloniale. “Mi affascinava la possibilità – racconta lo scrittore -, di far
vivere i miei personaggi nella cornice di splendore e miseria della Napoli del
XVII secolo, dove i nobili vivevano al di sopra delle loro possibilità e il
popolo era schiacciato dalle tasse imposte dagli spagnoli per finanziare
la cosiddetta
Guerra dei Trent’Anni”.
Condizione che Leone Baiamonte, il
giovane nobile protagonista, così come altri personaggi, vive sulla sua pelle
trovandosi a interagire anche con personaggi storici reali, come Masaniello e
don Giulio Genoino. Baiamonte attraverserà poi l’oceano a bordo di un galeone
spagnolo della Flota de Indias approdando in Messico con l’intenzione di
sfruttare una miniera d’argento scoperta da uno zio missionario. È la genesi
delle due storie parallele, quella messicana e quella napoletana, che per un
certo tempo si svolgeranno in parallelo per poi riunificarsi nei capitoli
finali…
Mentre in Europa infuria la guerra
dei Trent’anni, a Napoli il giovane nobile Leone Baiamonte scopre che la sua
famiglia è stata rovinata da un perfido usuraio, Giorgio Terrasecca. Leone si
assume il compito di risollevarne le sorti, ma macchiatosi di una grave colpa è
costretto a lasciare la futura sposa Lisa e imbarcarsi su un galeone spagnolo
diretto in Messico con una condanna a morte per omicidio che pende sulla sua
testa. Laggiù, uno zio missionario ha scoperto una preziosa miniera d’argento e,
pur inesperto, Leone ha accettato il suo invito a gestirla, confidando così di
poter dare sostegno alla sua famiglia e serbando in cuore la segreta speranza di
riabbracciare Lisa. Ma nel Nuovo Mondo l’odio della bella e potente Socorro,
l’amore per un’indigena dagli occhi profondi e gli intrighi della Chiesa
interferiranno con i suoi progetti, rendendo l’impresa molto ardua.
L'autore: Alfredo Colitto è nato a Campobasso e vive a Bologna. È noto al grande pubblico soprattutto per i thriller storici pubblicati con Piemme che hanno come protagonista il medico Mondino de’ Liuzzi: Cuore di ferro, I discepoli del fuoco (vincitore del Premio Mediterraneo del Giallo e del Noir e del Premio di letteratura poliziesca Franco Fedeli) e Il libro dell’angelo (vincitore del premio Azzeccagarbugli 2011).
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