Lugano, 1881. Una banda di ladri penetra nel castello di Trevano e fa razzia di preziosi. Poco dopo Vera von Derwies, figlia del barone proprietario del castello, muore in seguito a una caduta da cavallo. E nei giorni seguenti la tragedia torna ad abbattersi sul castello: vengono trovati senza vita lo stesso barone e un giovane inserviente, Nuto. Cinquant’anni dopo, l’anziana Liside chiama al proprio capezzale il figlioccio Ezechiele Be-retta, massima autorità della polizia cittadina, e gli chiede di indagare sulla morte di Vera. Ormai prossima alla fine, la donna – all’epoca dei fatti in servizio al castello – non riesce a darsi pace: è convinta che quella caduta da cavallo non sia stata accidentale. Nonostante le circostanze della richiesta e le prove inconsistenti, Beretta si interessa al caso: assistito dall’appuntato Bernasconi appura che le teorie di Liside sono più plausibili del previsto, e qualcosa non quadra neanche nella morte del povero Nuto. L’indagine storica si sovrappone a quella su una morte più recente e altrettanto misteriosa, che porta il Beretta a scontrarsi con personaggi in vista della Lugano che conta e tinge di sangue le acque blu del lago che bagna la città. Dario Galimberti è architetto e vive a Lugano, in Svizzera. È stato responsabile del corso di laurea in Architettura della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e professore in progettazione architettonica. Ha esordito nella narrativa con il romanzo Il bosco del Grande Olmo e Lo chiameremo Argo. Con Libromania ha pubblicato Il calice proibito (2015), L’angelo del lago (2017) e Un’ombra sul lago (2019), finalista del premio Giallo Ceresio 2020 e vincitore del premio Fai Viaggiare la tua Storia nel 2019 e del premio Laghi nel 2020. |
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