giovedì 25 febbraio 2021

prossime uscite Besa Muci Editore

 

L'anno in cui fu inventato il cigno

di Ardian-Christian Kyçyku

Il destino di un uomo
nell’Albania comunista 

al centro del nuovo romanzo
del Kafka dei Balcani

 

PP. 144 – Prezzo 14,00 €
Traduzione di Giuseppe Stabile
ISBN 9788836291243

IN LIBRERIA DAL 4 MARZO

Non mi resi nemmeno conto di come fossi entrato in acqua e avessi cominciato a nuotare; era impossibile capire se mi trovassi nel nodo liquido che lega ciò che è celeste a ciò che è terreno. Con questi pensieri nuotavo, finché non mi accorsi che l’eccesso di amore a letto porta a un eccesso di poesia e l’eccesso di poesia è talvolta in grado di assestare al tempo certi colpi incontrollabili, procurandogli danni paurosi, che ti sorprendono come la canna di quel mitra che si fermò esattamente al centro della mia fronte, nel punto esatto in cui la prima fucilata vista in città aveva scavato un terzo occhio, in mezzo alla fronte distesa dell’ubriacone apolitico. 

Ambientato in una città albanese sul lago di Ocrida, il romanzo inizia con l’uccisione casuale di un “ubriacone apolitico” sullo sfondo della fine del dominio ottomano. 
È nell’Albania comunista, però, che, dopo una notte d’amore, uno studente va a nuotare nel lago. Lascia un biglietto alla sua ragazza promettendole che tornerà presto. Non sa che durante la notte qualcuno è riuscito a passare a nuoto il confine con la Jugoslavia e la polizia sta arrestando chiunque si trovi in acqua. Finirà in prigione con l’accusa di alto tradimento e tentato espatrio. La cella buia, popolata apparentemente da spettri, evoca uno spazio indefinito fuori dal tempo, iperbole rovesciata dell’Albania e della sua storia. 
L’anonimo protagonista vi sperimenta una sfasatura temporale e simbolica, che gli rivela la reale condizione del suo paese. È in quest’apocalisse (rivelazione) sospesa che la parola si rifà Verbo e graffito, strumento di una possibile reinvenzione di sé e del mondo. Simbolo enigmatico e spettrale della rivelazione è il cigno del titolo, fragile ma irriducibile sfida alla mostruosità della Storia e alla degradazione dell’umano.

ARDIAN-CHRISTIAN KYÇYKU, albanese ma rumeno di adozione, autore di romanzi, racconti, drammi, sceneggiature e saggi, è uno dei più originali e apprezzati scrittori albanesi dell’ultima generazione.
Il suo può considerarsi un esempio nuovo e originale di scrittura balcanica. Balcanico, pur aspirando all’universale, è l’immaginario a cui attinge la sua prosa di visioni folgoranti che lo colloca tra Kafka e Kadare.
Per Besa Muci ha pubblicato I fiumi del Sahara (2019). L’anno in cui fu inventato il cigno è il suo primo romanzo scritto in rumeno.

L'Ora del male
di Tom Kuka


In un mondo lontano e senza tempo, 
un uomo fa i conti con il proprio destino e con un’oscura maledizione


PP. 156 – Prezzo 15,00 €
Traduzione di Valentina Notaro
ISBN 9788836290963

IN LIBRERIA DAL 4 MARZO

Romanzo vincitore del “Kult Award 2020”

L’Ora è una sola, ma composta da due entità. Il lato sinistro è una donna con i capelli lunghi fino alla vita, con pelle, occhi, labbra e folta chioma come la calce; è cieca, ma ha orecchio e lingua sopraffini. A destra, la stessa donna ha i capelli nerissimi, lunghi fino alla vita, pelle, occhi, labbra e chioma come il catrame; vede meglio di un serpente, ma è sorda e non spiccica parola. Ciò che vede la destra, lo vede anche la sinistra. Ciò che sente la sinistra, lo sente anche l’altra. Ciò che dice la cieca, è come se lo dicesse anche la sorda.

In un’epoca senza tempo, dominata dalla legge delle armi e dalla vendetta, Sali Kamati, erede di un nobile casato, è costretto a riscattare il sangue del fratello ucciso per difendere il proprio onore. Il canto menzognero porta la notizia al villaggio e Dirja, sua moglie, intuisce che una sventura presto si abbatterà sulla loro casa. Gli uccelli del malaugurio, appollaiati sul platano del giardino, proiettano un’ombra oscura sul protagonista che si prepara a morire non prima di aver messo in ordine i suoi affari. Ma l’Ora ha in serbo per lui un destino completamente diverso: l’arrivo di Tusha, la “merla di montagna”, porterà scompiglio, ossessione, vergogna e maldicenza che si diffonderanno come un morbo. 
Un romanzo pervaso da atmosfere magiche, i cui personaggi devono confrontarsi con i propri demoni. Un’epopea eroica che unisce toni cupi e delicate sfumature liriche restituendo al lettore un affresco dell’animo umano nelle sue pieghe più insondabili e nascoste. 

TOM KUKA è lo pseudonimo con cui si firma lo scrittore e giornalista albanese Enkel Demi. In patria ha pubblicato i romanzi Hide mbi kalldremGuret e vetmiseOra e ligë.

Preludio d'autunno
di Artur Spanjolli


Un romanzo corale sulla
centralità della famiglia

nell’Albania degli anni Settanta


PP. 160 – Prezzo 15,00 €
ISBN 9788836290529

IN LIBRERIA DAL 4 MARZO

Quando Namzie si era destata con l’intento di pulire il cortile coperto di frasche e di ramoscelli, il vento aveva già messo in subbuglio gli alberi intorno, strappando interi rami, foglie d’uva, di gelso e di pioppi, erbacce e fiori; sarebbe stato poco efficace spazzare il cortile perché di nuovo il vento di fine ottobre l’avrebbe messo in disordine. 
Namzie scese le scale di legno ancora assonnata. Spinse la porta della cucina che cigolò e si riempì i polmoni del denso odore di tabacco rimasto ad aleggiare nello spazio stretto della stanza. [...] Afferrò la scopa di ginestra, quella enorme per spazzare il cortile, e uscì fuori. Erano le sei di mattina. Un po’ intimidita, socchiuse gli occhi per il vento di ottobre e gettò uno sguardo al cortile. “Bisogna spazzarlo e mettere tutto a posto prima di mezzogiorno” pensò, “prima che vengano gli ospiti”.

Albania, ottobre 1973. La famiglia Cialliku si prepara a ricevere gli ospiti per celebrare la riappacificazione con i Morku, dopo mesi di rapporti tesi e difficili. I Cialliku sono un gruppo familiare molto unito, legato ai valori tradizionali della religione e della vita rurale. Lala, il capostipite, rappresenta il fulcro intorno al quale ruotano le vite della moglie Ija, dei dieci figli e dei nipoti. Per tutti loro egli rappresenta il punto di riferimento in grado di dare sempre giusti consigli e di risolvere problemi grandi e piccoli. 
Grazie a una narrazione delicata, venata da un profondo lirismo, il lettore si trova trasportato in un mondo quasi onirico, che va oltre la dimensione del tempo e dello spazio, una sorta di affresco in cui i personaggi vengono colti nei momenti salienti della loro vita e descritti nelle loro peculiarità con pennellate precise.
Preludio d’autunno è un delizioso romanzo corale sulla centralità della famiglia che, dopo Cronaca di una vita in silenzio La Teqja, conclude la trilogia dei Cialliku. 

ARTUR SPANJOLLI è nato a Durazzo nel 1970. Dal 1992 vive in Italia, dove si è laureato in lettere. Per Besa ha già pubblicato Cronaca di una vita in silenzio (2010), La sposa rapita (2012), La Teqja (2013), Eduart (2014) e I nipoti di Scanderbeg (2019). 

AA. VV.
Sporco al sole
racconti del Sud estremo


Un cult che torna in libreria 
 a vent’anni dalla prima edizione


PP. 184 – Prezzo 15,00 €
A cura di Gaetano Cappelli, Michele Trecca, Enzo Verrengia
ISBN 9788836291663

IN LIBRERIA DAL 4 MARZO

Era un tempo felice. Letterariamente, s’intende. Vabbè, non esageriamo. Erano anni vivaci, quelli che fra variegate aspettative marciavano inesorabili verso la fine del vecchio millennio.
In Italia fiorivano antologie ma in nessuna c’erano voci e parole di casa nostra. Quel tanto che stava accadendo e che noi umani mai avremmo immaginato aveva bisogno di trovare una sponda nelle pagine, perché nulla accade davvero se qualcuno non lo racconta.
Cercavamo lo spirito del tempo. Lo cercammo fra i più giovani. Preciso preciso questo è quello che raccogliemmo. Il meglio, s’intende. Così com’era ve lo restituiamo. Vent’anni dopo.
 
 Michele Trecca

“I media – scrive Perec – parlano di tutto tranne che del quotidiano. Quello che succede veramente, quello che viviamo, il resto, tutto il resto dov’è? Il banale non ci sembra costituire un problema, lo viviamo senza pensarci, come se non contenesse né domande, né risposte. Ma dov’è la nostra vita? Forse si tratta di interrogare ciò che sembra aver smesso per sempre di stupirci.” Sporco al sole è dunque il tentativo di scoprire giovani scrittori capaci di raccontarcelo questo “quotidiano”, di parlarci della loro esistenza con tutto quello che di nuovo, indefinito e perciò stesso fascinoso sta accadendo al Sud adesso e ora.
 
Gaetano Cappelli

Può essere raccontato un Sud diverso, altro, ruvido, abrasivo come un acido? Un libro Sporco al sole che nasce dal desiderio impellente dei curatori Gaetano Cappelli, Michele Trecca ed Enzo Verrengia di far raccontare il Sud in modo nuovo, estremo, con l’obiettivo di disincagliarlo dal consolatorio e grigio abbraccio della tradizione. 
Questa singolare antologia in cui confluiscono racconti di Francesca Forleo, Luigi Bamonte, Ottavio Cappellani, Francesco Dezio, Giovanni Di Iacovo, Annalucia Lomunno e Livio Romano ha come cifra distintiva una lingua contaminata da slang e nuovo sentire metropolitano, con sfumature fumettistiche e musicali. Il risultato è un’ironica presa di distanza da quell’acuto malessere esistenziale alimentato dall’eterno senso di colpa proprio di queste latitudini. Un cult imperdibile, che torna in libreria a vent’anni dalla prima edizione.

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