Sinossi: Febbraio 1862, la Guerra Civile è iniziata da un
anno, e il Presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, è alle prese con ciò
che sta assumendo i contorni di una catastrofe. Nel frattempo Willie, il figlio
prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. Verrà sepolto a
Washington, nel cimitero di Georgetown. A partire da questa scheggia di verità
storica – i giornali dell’epoca raccontano che Lincoln si recò nella cripta e
aprì la bara per abbracciare il figlio morto –, George Saunders mette in scena
un inedito aldilà romanzesco popolato di anime in stallo.
Il Bardo del titolo, un riferimento al Libro tibetano dei
morti, allude infatti a quello stato intermedio in cui la coscienza è sospesa
tra la vita passata e quella futura. È questo il limbo in cui si aggirano
moltitudini di creature ancora troppo attaccate all’esistenza precedente come Willie,
che non riesce a separarsi dal padre, e il padre, che non riesce a separarsi
dal figlio. Accompagnati da tre improbabili guide di ascendenza dantesca,
assisteremo allo sconvolgimento nel mondo di queste anime perse per l’arrivo di
Willie, che è morto e non lo sa, e di suo padre, che è come morto ma deve
vivere per il bene del proprio paese. Ascolteremo le voci – petulanti,
nostalgiche, stizzose, accorate – degli spiriti e il controcanto della storia.
Leggeremo nei pensieri di Lincoln e nella mente di suo figlio, uniti da un
amore che trascende il dolore e il distacco fisico.
Il romanzo si svolge in una sola notte, in un territorio
dove tutto è possibile, dove la logica convive con l’assurdo, le vicende vere
con quelle inventate, dove tragedia e farsa si compendiano in un’unica realtà
indifferenziata e contraddittoria. Come si può vivere, amare e compiere grandi
imprese, sapendo che tutto finisce nel nulla.
L’autore: George Saunders (Amarillo, Texas, 1958) ha
pubblicato due raccolte di storie, Pastoralia e Il declino delle guerre civili
americane. Con il suo lavoro si aggiudicato due volte il National Magazine
Award. È stato incluso dal "New Yorker "nella lista dei “venti
scrittori per il 21° secolo” e nel 2013 è stato insignito del PEN/Malamud
Award, il più prestigioso premio statunitense per gli autori di short stories.
La rivista "Time" l’ha inserito fra le 100 persone più influenti del
mondo. Feltrinelli ha pubblicato Lincoln nel Bardo (2017), il suo primo
romanzo.
Sinossi: Dall’incontro di due personalità eccezionali nasce
un libro unico e prezioso, che affianca a trentasei racconti di Erri De Luca
altrettanti disegni (in bianco e nero e a colori) dell’artista Alessandro Mendini.
Un duetto che rimanda a una nostra tradizione forte – basti
pensare al connubio fra Rodari e Munari – e che qui comincia sempre con
un’illustrazione, da cui poi il racconto prende liberamente l’abbrivio. “Quello
che scrivo,” dice De Luca, “dipende dal riflesso di uno che è preso alla
sprovvista.” E a stupire, a spiazzare sono quei disegni che fanno spalancare
gli occhi come uno strappo nel cielo, fanno sentire nudi “come quei due nel
primo giardino, dopo l’assaggio scippato dall’albero della conoscenza”, perché
“la suggestione è una manifestazione della verità”.
Erri De Luca e Alessandro Mendini iniziano quasi per gioco –
ispirandosi ai disegni di un bambino caro a entrambi – e poi via via
stabiliscono fra loro un dialogo di forme e parole serrato e ricco di senso,
tracciano sulla pagina le proprie paure, le tentazioni, le fiere ostinazioni, e
tutto un vivace campionario di “mostruosità terrestri”. Compongono dunque un
libro di eroismi quotidiani che scandaglia, attraverso percorsi tutt’altro che
logici e prevedibili, il nostro più profondo sentire: facendoci avvertire il
fiato dei mostri dietro le nostre spalle e al contempo consegnandoci le chiavi
del serraglio dentro cui tenerli a bada.
I mostri sono i diavoli custodi dell’infanzia, nessun angelo
può tenerli a bada.
Gli autori:
Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Ha
pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto
(1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997,
2004), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di
uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel
Nuovo Testamento (con Gennaro Matino; 2004), Solo andata. Righe che vanno
troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro
Matino; 2008), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla
(2009), E disse (2011), I pesci non chiudono gli occhi (2011), Il torto del
soldato (2012), La doppia vita dei numeri (2012), Ti sembra il Caso? (con Paolo
Sassone-Corsi; 2013), Storia di Irene (2013), La musica provata (2014; il libro
nella collana "I Narratori", nella collana "Varia" il dvd
del film), La parola contraria (2015), Il più e il meno (2015), il cd La musica
insieme (2015; con Stefano Di Battista e Nicky Nicolai), Sulla traccia di Nives
(2015), La faccia delle nuvole (2016), La Natura Esposta (2016), Morso di luna
nuova. Racconto per voci in tre stanze (2017), Diavoli custodi (2017; con
Alessandro Mendini) e, nella serie digitale Zoom, Aiuto (2011), Il turno di
notte lo fanno le stelle (2012) e Il pannello (2012). Per i
"Classici" dell'Universale Economica ha tradotto l’Esodo, Giona, il
Kohèlet, il Libro di Rut, la Vita di Sansone, la Vita di Noè ed Ester. Sempre
per Feltrinelli ha tradotto e curato L'ultimo capitolo inedito de La famiglia
Mushkat. La stazione di Bakhmatch di Isaac B. Singer e Israel J. Singer (2013).
Alessandro Mendini (1931), architetto, artista, designer, è
personaggio rappresentativo dell’idea di una progettazione critica cosciente e
poetica. Ha diretto le riviste "Casabella", "Modo",
"Ollo", "Domus". Dagli anni ’70 è punto di riferimento
nella svolta verso il design post-moderno. Vive e lavora a Milano. Per
Feltrinelli ha pubblicato Diavoli custodi (2017; con Erri De Luca).
Sinossi: Eleonore Delacourt ha venticinque anni e ama la
lentezza. Invece di correre, passeggia. Invece di agire d’impulso, riflette.
Invece di dichiarare il suo amore al professore di filosofia alla Sorbonne,
sogna. E non salirebbe mai e poi mai su un aereo, in nessuna circostanza.
Timida e romantica, Nelly – come preferisce essere chiamata
– adora i vecchi libri, crede nei presagi, piccoli messaggeri del destino,
diffida degli uomini troppo belli e non è certo coraggiosa come l’adorata nonna
bretone con cui è cresciuta, che le ha lasciato in eredità l’oggetto a lei più
caro: un anello di granati con dentro una scritta in latino, “Omnia vincit
amor”.
Sicuramente, Nelly non è il tipo di persona che di punto in
bianco ritira tutti i propri risparmi, compra una costosissima borsa rossa e,
in una fredda mattina di gennaio, lascia Parigi in fretta e furia per saltare
su un treno. Un treno diretto a Venezia. Ma a volte nella vita le cose,
semplicemente, accadono. Cose come una brutta influenza e una delusione d’amore
ancora più brutta. Cose come una frase enigmatica trovata dentro un vecchio libro
della nonna, con accanto una certa citazione in latino...
Un’incantevole storia d’amore che racconta perché può essere
una fortuna far cadere la propria borsa nel Canal Grande, concedere un po’ di
fiducia a un veneziano scandalosamente bello e accettare di sentirsi
letteralmente mancare la terra sotto i piedi. Un viaggio appassionante tra i
quais di Parigi e le calli di Venezia, fino a un piccolo caffè dove si celano
segreti in attesa di essere svelati e i miracoli sembrano davvero possibili.
Un romantico viaggio tra Parigi e Venezia.
Un vecchio libro e una dedica: “omnia vincit amor”.
Un piccolo caffè dove tutto è possibile.
Perché a volte bisogna sentirsi mancare la terra sotto i
piedi per arrivare a toccare il cielo con un dito.
L’autore: Nicolas Barreau è nato a Parigi nel 1980 da madre
tedesca e padre francese, motivo per cui è perfettamente bilingue. Ha studiato
Lingue e letterature romanze alla Sorbonne, poi ha lavorato in una piccola
libreria sulla Rive gauche. Ha scritto sei romanzi, tutti pubblicati da un
piccolo editore tedesco che non ha potuto permettersi di lanciarli con una
massiccia campagna promozionale, ma che ciononostante hanno ottenuto un ottimo
successo, cresciuto sempre più soprattutto grazie al passaparola dei lettori.
Gli ingredienti segreti dell’amore (Feltrinelli, 2011) è un vero e proprio caso
editoriale: è stato un bestseller internazionale tradotto in 34 paesi, è
rimasto per oltre quattro mesi in vetta alle classifiche italiane ed è
diventato un film per ZDF. Con te fino alla fine del mondo (Feltrinelli, 2012),
Una sera a Parigi (Feltrinelli, 2013), La ricetta del vero amore (Feltrinelli,
2014), prequel di Gli ingredienti segreti dell’amore, Parigi è sempre una buona
idea (Feltrinelli, 2015) e Il caffè dei piccoli miracoli (2017) hanno
confermato il talento di Nicolas, rendendolo uno dei giovani scrittori più
amati dalle lettrici di tutto il mondo. Feltrinelli ha anche pubblicato, nella
collana "Kids", la fiaba La tigre azzurra (2016), con le
illustrazioni di Simona Mulazzani.
Sinossi: Ciascuno di noi ha due vite, e la seconda inizia
proprio nel momento in cui realizziamo di averne solo una. François Jullien
analizza quel fondamentale momento di rottura in cui, mentre esistiamo,
all’improvviso diventiamo pienamente consci di essere al mondo. È l’inizio di
una nuova vita, che germoglia dentro la vita stessa. Ed è anche un grande colpo
di fortuna. Jullien comincia questo percorso filosofico ed esistenziale a
partire da una considerazione tanto semplice da sembrare ovvia: man mano che il
tempo passa e la vita avanza, perché scegliamo di continuare a vivere? Una
domanda universale, valida per tutti. Eppure, una domanda dalle mille risposte,
spaventosamente enigmatica.
La saggezza cinese, capace di pensare l’immanenza e la
trasformazione, e la filosofia greca sono i punti cardinali di Jullien, che ci
guida lungo un percorso di consapevolezza, senza accontentarsi mai di risposte
banali, e cerca una comprensione più alta e ambiziosa, in grado di raggiungere
il senso della nostra seconda vita.
La seconda vita è proprio qui, nel mezzo del tempo
quotidiano della vita ordinaria. Per conquistarla dobbiamo anzitutto
interrogarci sulle certezze che consideriamo verità. Non le verità della
scienza, ma quelle di tutti i giorni, che diamo per scontate. E magari
rimetterle in discussione alla luce della nostra esperienza. Allora scopriremo
che alcune certezze sono negative e ottenebranti, perché impediscono di aprirci
a un’infinita pienezza di possibilità. Uno sguardo a questo nuovo orizzonte e
possiamo cominciare a esistere davvero.
“Saprò staccarmi dalla mia vita precedente per dare inizio a
un nuovo giorno?”
La nostra seconda vita è qui. Dobbiamo solo imparare a
riconoscerla.
L’autore: François Jullien è uno dei maggiori filosofi e
sinologi viventi. Vive a Parigi e insegna all’Université Paris-VII “Denis
Diderot”. È autore di molti libri tradotti in molte lingue. In italiano sono
disponibili, tra gli altri titoli: Trattato dell’efficacia (1998), Elogio
dell’insapore (1999), La grande immagine non ha forma (2004), Figure
dell’immanenza (2005), Nutrire la vita (2006), Logos e tao. Parlare senza
parole (2008), Le trasformazioni silenziose (2010), Sull’intimità (2014).
Feltrinelli ha pubblicato Essere o vivere. Il pensiero occidentale e il
pensiero cinese in venti contrasti (2016) e Una seconda vita. Come cominciare a
esistere davvero (2017).
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