Lorena Sperti è una scrittrice pugliese, ha un contratto di
cinque anni con la sua casa editrice e alla vigilia dell’ultimo romanzo da
consegnare, viene presa dal classico blocco dello scrittore.
La storia è ambientata tra Bari, dove Lorena vive ed una
contrada di Monopoli, nelle campagne dell’entroterra sud barese. I luoghi mi
sono familiari e così le descrizioni mi hanno fatto rivivere certe atmosfere.
Io e l’autrice non condividiamo solo il nome ma anche la “pugliesità”,
passatemi il neologismo.
Per quanto alcune vicende possano sembrare bizzarre,
l’autrice descrive usi e costumi di alcune zone, leggendo ho sorriso e mi è
venuta anche fame.
“Maria in un certo senso mi aveva adottata, non faceva che
rimproverarmi per la mia eccessiva magrezza o perché ero troppo pallida e non
passava giorno senza che, con fare discreto, mi passasse qualcosa dalla sua
cucina” .
Per tentare di distrarsi e ritrovare la concentrazione,
Lorena si trasferisce in campagna dai nonni
Agata e Giulio. Come lei, anche io ho passato le estati interamente o
quasi in campagna con i nonni.
E’ quindi in campagna
che la vita di Lorena subisce in tutti i sensi degli scossoni.
Leggendo vecchi libri, infatti, ritrova per caso dei fogli
scritti dalla defunta prozia Clelia, alcuni di 10 anni prima ed altri risalenti
al secondo dopoguerra.
Infine, ritrova Matteo, un amico di giochi d’infanzia che è
sempre stato innamorato di lei. Riuscirà ad entrare nel suo cuore e ad
abbattere il muro della sua diffidenza?
Nella vita di Lorena c’è anche Nando, il migliore amico gay
che da anni la sostiene e consiglia. Inoltre, c’è Giovanna, la mamma bohemien
di Lorena, con lei le cose non sono mai state semplici e ora c’è anche lo
scompiglio portato dalla zia Clelia.
La narrazione si alterna, quindi, tra il passato degli
scritti della zia Clelia ed il presente di Lorena negli stessi luoghi per lo
più. Alla base di tutto c’è un mistero familiare, segreti che hanno
condizionato il passato ed influenzato il presente. Riusciranno ad influenzare
anche il futuro?
Se una parte della storia era prevedibile, la verità arriva
solo alla fine ed è davvero una sorpresa!
Molte delle vicende si snodano sotto un maestoso albero di gelso, un’immagine molto romantica.
L’intera storia mi è piaciuta molto, mi ha ricordato quando
pensavo anche io di romanzare la vita di una parte della mia famiglia per fare
onore a mia nonna ma, come diceva Clelia:
“Ci sono cose così intime e profonde che appartengono solo a
chi le vive e che non si vogliono far conoscere ad altri”
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