A ridosso della giornata della memoria non potevo che
leggere questo romanzo. La protagonista questa volta, però, non è una giovane
ebrea ma una giovane inglese di religione cattolica, anche se non praticante.
Ada ha 18 anni, è londinese e fa la sarta per una boutique
in centro. Il suo sogno è quello di aprire un proprio atelier a Parigi e così
quando il sedicente conte Stanislaus, dopo una breve frequentazione, le propone
di partire per la capitale francese, orchestra per partire con lui mentendo a tutti.
Dopo pochi giorni a Parigi, scoppia la seconda guerra
mondiale che era già nell’aria e così l’ingenua Ada si ritrova a rimboccarsi le
maniche ed a lavorare per mantenersi assieme a Stanislaus che casualmente non
ha più denaro o mezzi.
Anche a Parigi si instaura una certa routine, Stanislaus non
è più il corteggiatore romantico dei primi tempi, a malapena sembra sopportare
Ada eppure ella ne è ancora fermamente innamorata per cui lo segue fino in
Belgio.
Lì, però, lui l’abbandona proprio alla vigilia dei bombardamenti
e così Ada si ritrova presto prigioniera dei tedeschi finendo ad accudire
anziani in un ospizio di Monaco.
Da qui Ada finisce a Dachau a fare la schiava nella casa di
un comandante tedesco, allo stesso tempo fa la sarta per la signora e le sue amiche,
da qui il titolo del romanzo. Rimarrà qui per anni, privata di cibo e sonno,
sfruttata fino allo stremo fino alla liberazione da parte degli americani.
Si potrebbe pensare che qui finisca la storia e invece no,
perché Ada ha delle questioni da risolvere prima di rientrare in patria, non vi
dirò di più.
Riuscirà Ada a ritornare alla vita ed esaudire i suoi sogni?
Lascio a voi scoprire il seguito del romanzo.
La storia non è divisa in capitoli, vi sono tre macro
suddivisioni in base a luogo ed anno di inizio delle vicende, la prima è più
lunga e finisce con la liberazione, le altre due sono ambientate a Londra e riguardano delle fasi altrettanto
importanti della vita di Ada.
Infine vi è una nota storica in cui si fanno precisazioni su
luoghi, avvenimenti e personaggi citati, non si tratta di una storia vera in
ogni caso.
A conclusione di tutto, poi, vi è una chiacchierata con
l’autrice che ci rivela di aver attinto a sue due zie per il personaggio di
Ada, l’omonima sognatrice libertina e la “santa” Violet. Il contesto storico ha
poi fatto il resto nello sviluppo della storia.
Un libro duro, da far leggere soprattutto alle ragazze di
oggi, perché gli “orchi” c’erano, ci sono e ci saranno e le giovani un po’
ingenue devono imparare a difendersi da questi personaggi, per quanto
possibile.
Nessun commento:
Posta un commento