mercoledì 20 gennaio 2016

LA SARTA DI DACHAU - MARY CHAMBERLAIN


A ridosso della giornata della memoria non potevo che leggere questo romanzo. La protagonista questa volta, però, non è una giovane ebrea ma una giovane inglese di religione cattolica, anche se non praticante.
Ada ha 18 anni, è londinese e fa la sarta per una boutique in centro. Il suo sogno è quello di aprire un proprio atelier a Parigi e così quando il sedicente conte Stanislaus, dopo una breve frequentazione, le propone di partire per la capitale francese, orchestra  per partire con lui mentendo a tutti.
Dopo pochi giorni a Parigi, scoppia la seconda guerra mondiale che era già nell’aria e così l’ingenua Ada si ritrova a rimboccarsi le maniche ed a lavorare per mantenersi assieme a Stanislaus che casualmente non ha più denaro o mezzi.
Anche a Parigi si instaura una certa routine, Stanislaus non è più il corteggiatore romantico dei primi tempi, a malapena sembra sopportare Ada eppure ella ne è ancora fermamente innamorata per cui lo segue fino in Belgio.
Lì, però, lui l’abbandona proprio alla vigilia dei bombardamenti e così Ada si ritrova presto prigioniera dei tedeschi finendo ad accudire anziani in un ospizio di Monaco.
Da qui Ada finisce a Dachau a fare la schiava nella casa di un comandante tedesco, allo stesso tempo fa la sarta per la signora e le sue amiche, da qui il titolo del romanzo. Rimarrà qui per anni, privata di cibo e sonno, sfruttata fino allo stremo fino alla liberazione da parte degli americani.
Si potrebbe pensare che qui finisca la storia e invece no, perché Ada ha delle questioni da risolvere prima di rientrare in patria, non vi dirò di più.
Riuscirà Ada a ritornare alla vita ed esaudire i suoi sogni? Lascio a voi scoprire il seguito del romanzo.

La storia non è divisa in capitoli, vi sono tre macro suddivisioni in base a luogo ed anno di inizio delle vicende, la prima è più lunga e finisce con la liberazione, le altre due sono ambientate a Londra  e riguardano delle fasi altrettanto importanti della vita di Ada.
Infine vi è una nota storica in cui si fanno precisazioni su luoghi, avvenimenti e personaggi citati, non si tratta di una storia vera in ogni caso.
A conclusione di tutto, poi, vi è una chiacchierata con l’autrice che ci rivela di aver attinto a sue due zie per il personaggio di Ada, l’omonima sognatrice libertina e la “santa” Violet. Il contesto storico ha poi fatto il resto nello sviluppo della storia.


Un libro duro, da far leggere soprattutto alle ragazze di oggi, perché gli “orchi” c’erano, ci sono e ci saranno e le giovani un po’ ingenue devono imparare a difendersi da questi personaggi, per quanto possibile.

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