Conoscevo l’autore per il suo romanzo “Esche vive” e tra le
recensioni diversificate sul romanzo e la vincita del premio Strega Giovani ero
incuriosita da questo nuovo titolo così sono stata con piacere alla sua
presentazione di venerdì sera.
La serata era presentata dal mio amico Filippo Gigante che
prima ha letto la sinossi ed una breve biografia dell’autore e poi è passato alle domande
legate al romanzo.
Fabio Genovesi ha viaggiato molto facendo i lavori più
disparati, ha iniziato come traduttore ma ormai lavora come giornalista per
diverse testate giornalistiche tra cui il Corriere della Sera e Vanity Fair,
questo è il suo secondo romanzo ma non il secondo libro viste le altre sue
pubblicazioni.
La prima domanda, come immaginerete, verteva su quanto ci
fosse dell’autore nel romanzo e qui mi è piaciuta la risposta che è poi ciò che
penso anche io, ovvero che non si può scrivere di ciò che non si conosce
davvero. L’autore racconta quindi di minuscoli paesi inventati o della sua
Versilia, soprattutto Forte dei Marmi, poiché è nella provincia che spesso si
trova l’unicità e quindi bisogna esserne fieri.
Il personaggio di Luna, una bambina albina, è piuttosto
particolare quindi la seconda domanda riguardava la scelta di questa figura. L’autore
ci ha raccontato un aneddoto, ovvero si era imbattuto una volta in Friuli in un
raduno di albini e così l’idea, ci ha poi spiegato che gli albini hanno una
visibilità ridotta per cui vengono legittimate in questo modo le domande curiose
della ragazzina, simili a quelle dei bambini ma fatte da qualcuno che possa
comunque comprendere più di un bambino. Di fatto sono quelle domande dei
bambini che ci ricordano che il bello è stupirsi delle cose belle che ci sono
al mondo.
La terza domanda era un riferimento al titolo del romanzo,
la richiesta era se l’autore avesse preso l’onda giusta nelle vita. Qui Fabio
ha risposto che le cose belle sono arrivate per caso mentre quelle tanto
cercate a volte si sono rivelate deludenti e così ci ha esortati a non
deprimerci mai per momenti di eventuale tristezza perché magari, a volte,
risultano essere incipit di qualcosa di meglio. L’importante secondo lui, ma
anche secondo me, è darsi da fare in ogni caso perché se non si fa nulla non capita
comunque nulla di buono.
La domanda successiva era circa la bellezza viste le
collaborazioni con riviste di moda dell’autore e le descrizioni
particolareggiate di Serena, la mamma di Luna, una donna bellissima che però
veste da soldato per tenere lontani gli uomini. Quindi, cos’è la bellezza per l’autore?
Fabio ha ammesso di non sapere nulla di moda ma proprio per questo è stato
mandato alle sfilate per lavoro, per lui scrivere non è parlare di cose
interessanti ma rendere interessante anche ciò che non è poi così importante,
come per l’appunto la bellezza.
Nel romanzo ci sono episodi di bullismo vista la diversità
di Luna ma anche del piccolo Zot ( di origini ucraine e dal linguaggio
insolitamente forbito) e così lo speaker ha chiesto se la scelta della tematica
del bullismo fosse stata ponderata. L’autore ha quindi risposto che lui scrive
storie, parlando della verità le tematiche poi vengono fuori da sole mentre trova
assurdo scrivere un romanzo partendo dall’idea di tematiche specifiche.
Infine, è stato chiesto all’autore quale libro avrebbe
voluto scrivere e lui ha risposto “Sandokan” visto che è così vivido e ricco di
cose fantastiche anche se il vero autore, Salgari, non si era mai mosso da
Torino.
Per concludere, l’autore ci ha letto uno stralcio del
romanzo, la parte in cui Luna si presenta visto che è la voce narrante e allo
stesso tempo l’idea originale che la ragazzina ha di Babbo Natale, davvero
divertente!!
Obiettivo dell’autore, su sua ammissione, è far ridere e
piangere con parole scritte col cuore piuttosto che con la testa, cosa chiedere
di meglio ad un romanzo?
L’autore mi è sembrato una persona semplice ed alla mano, in
grado di interagire con la platea e farla sorridere sinceramente con i suoi
aneddoti. Il romanzo, grazie all’intervista all’autore, mi è risultato ancora
più interessante e spero di riuscire a leggerlo presto.
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