pag.364 - prezzo 14€
in libreria dal 14 maggio
Sinossi: Parigi, maggio 1968. Tra i passanti che
osservano dal marciapiede gli studenti in rivolta invadere i boulevard c'è
anche Bruno Arcieri. A Parigi Arcieri si sta nascondendo: da chi ha cercato di
ucciderlo, dai ricordi, dai rimorsi, dai fantasmi del passato. Si fa chiamare
Marcel, aiuta nella cucina di un bistrot e si è fatto pure crescere la barba.
Ha trovato anche uno sguardo amico, quello di Marie, ma è inquieto, si sente
braccato, ed è stufo di scappare. Così, quando gli «amici» gli consigliano di
lasciare la città e cercarsi un altro rifugio, magari in Spagna, Arcieri non ci
sta. Sì, lascerà Parigi, ma per tornare a Firenze, per saldare i conti sospesi,
fare chiarezza, forse giustizia, e combattere un'altra battaglia, anche se
dovesse essere l'ultima. Alla fine di un viaggio avventuroso, l'uomo che il 15
maggio 1968 scende dal treno alla stazione di Santa Maria Novella non è più
Marcel, è il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri. È tornato, e non per
stare a guardare.
L'autore: Leonardo Gori vive a Firenze. È autore del ciclo dei romanzi di Bruno
Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi
ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del
Novecento. Il primo romanzo della serie è Nero
di maggio, ambientato a Firenze nel 1938, cui sono seguiti Il passaggio, La finale, L’angelo del fango
(Premio Scerbanenco 2005), Musica nera,
Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti
con Franco Cardini. La serie di romanzi è in corso di riedizione in TEA. È
anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti saggi sul
fumetto e forme espressive correlate (illustrazione,
cinema, disegno animato).
leonardogori.com
Il personaggio: Bruno Arcieri è nato nel 1902. Dopo aver
trascorso la giovinezza a Milano, dove muove i primi passi all’interno
dell’Arma, viene promosso capitano e assegnato a Firenze. Anche se non tollera
le approssimazioni, le falsità, le ipocrisie, le corruzioni che caratterizzano
la società del suo tempo, Arcieri continua a compiere il proprio dovere negli
anni in cui il fascismo sconvolge la società italiana. Dopo aver partecipato
alla Resistenza, la fine della guerra lo trova a Milano. E nel 1966, dopo una
tormentata vicenda che coinvolge il Presidente della Repubblica Saragat, si
ritira dal servizio attivo. Ma le sue avventure sono tutt’altro che terminate.
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