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lunedì 30 maggio 2011
PIETRA DI PAZIENZA - ATIQ RAHIMI
Ormai tutti conosciamo la condizione delle donne in Afghanistan ma questo libretto (solo 108pag) è diverso dal solito, non è un libro di denuncia o informazione come gli altri, ma piuttosto lo sfogo di una delle tante donne di quel Paese attraverso la penna di un uomo,però.
Non ci sono nemmeno i nomi dei personaggi, la protagonista è LEI o LA DONNA, poi c'è il marito, le figlie, la zia, i soldati e così via, una storia sospesa che come dice l'introduzione è ambientata in un paese che assomiglia all'Afghanistan, la protagonista è una donna qualunque, la storia potrebbe essere comune in un tempo che potrebbe essere anche oggi.
La vicenda si svolge interamente in una casa e per lo più in una stanza, l'inizio è infatti molto descrittivo e i particolari visivi si susseguono tanto da avermi dato la percezione sensoria di tale stanza e farmi immaginare la storia davvero come un film. Il narratore,infatti, è esterno alla vicenda e si pone come un osservatore che riporta fedelmente quanto vede, i sentimenti non sono celati ma evidenti in tutto ciò che la donna fa e dice.
Dopo oltre due settimane di preghiera e totale dedizione al marito non cosciente avviene una svolta, la donna smette di pregare e si reca dal marito solo per nutrirlo e lavarlo ma, contemporaneamente, inizia a parlargli come mai ha osato fare, lui è diventato la sua pietra magica, la pietra di pazienza a cui rivelarsi senza temere ripercussioni . Cose che nemmeno le donne occidentali rivelano, lei le dice, crede che i suoi segreti lo faranno tornare in vita, ha paura, teme una sua eventuale reazione ma continua imperterrita sempre con più frenesia e veemenza perché questo è l' unico mezzo per la liberazione della sua anima oppressa; il finale è alquanto inaspettato e lascia piuttosto basiti, crudo come si ci potrebbe aspettare però.
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