giovedì 1 ottobre 2020

prossime uscite Besa Muci Editore

 

Cose portate dal mare
di 
Ardian Vehbiu

"Cose portate dal mare" è un acuto ritratto
di come gli albanesi guardavano o immaginavano
l’altra sponda negli anni del totalitarismo. 
Rivela molto dell’Albania di allora, e qualcosa di noi.

 ALESSANDRO LEOGRANDE

PP. 328 – Prezzo 18,00 € 
Traduzione di Valentina Notaro

Un saggio denso e al tempo stesso fluido come un testo narrativo nelle cui pagine l’autore descrive, attraverso la propria esperienza, i rapporti dell’Albania con il mondo oltre l’Adriatico.
L’Occidente, e l’Italia in particolare, rappresentano un mito incarnato da oggetti-feticcio, da programmi radiofonici e televisivi che disegnano un universo elettromagnetico, desiderabile e pericoloso. 
Un paradiso che tuttavia necessita di un inferno per essere anche solo immaginato.

ARDIAN VEHBIU, nato a Tirana nel 1959, oggi residente a New York, è uno scrittore e traduttore. Autore di articoli per la stampa albanese, in Italia ha pubblicato anche La scoperta dell’Albania. Gli albanesi secondo i mass media (1996), scritto con Rando Devole. 

Miele sul coltello

di Romeo Çollaku

Una comunità di bizzarri personaggi in uno sperduto villaggio fra le montagne dell’Albania

PP. 160 – Prezzo 15,00 €
Traduzione di Eda Derhemi e Francesco Ferrar

In un villaggio sperduto tra le montagne dell’Albania meridionale s’intrecciano le vite di una comunità di bizzarri personaggi. Papateo, scorbutico prete ortodosso che tenta di addomesticare il suo gregge indisciplinato, e la sua nemesi: il misantropo Arcilé, medico e accanito fumatore, proprietario della più bella tabacchiera della regione. La sordomuta Kondja, incontenibile cultrice di pettegolezzi e Gilda, vedova italiana, che di quei pettegolezzi è il cuore e l’anima. Ndoni e Zef, i disertori che trovano rifugio nel piccolo borgo, Mihelangjelo l’incontinente, schernito da tutti quanti, Demetri il Verde, umbratile e solitario, Gogo il mago dello spathi ansioso di scoprire il mondo. 
Sono, queste, solo alcune delle voci che risuonano nel testo di Çollaku, voci che incarnano la vera essenza della narrazione: è la lingua, infatti, la protagonista assoluta del romanzo, una lingua che si esprime attraverso codici differenti che vanno dai gesti al silenzio, dalla facondia all’afasia, dalla lingua tradizionale al gergo, dagli arcaismi alla commistione con altre lingue, in una babele della comunicazione che rende il testo stratificato, complesso, intenso, mai banale. 

ROMEO ÇOLLAKU è nato nel 1973 a Saranda. Ha studiato lingua e letteratura albanese all’Università di Argirocastro e vive ad Atene. È autore delle raccolte di poesie Zemërvirgjine (1993), Gjithëdiell e natë (2003), Kumbaraja e kohës (2004) e dei romanzi Varrezat e vendlindjes (2002) e Ar e fosfor (2005), pubblicati in lingua albanese. Ha tradotto in albanese testi dei poeti Ghiànnis Ritsos, Giorgos Seferis, Paul Verlaine e Stéphane Mallarmé.

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