Storia vera di Bill Browder, uomo d’affari americano
arrivato in Russia come CEO di un importante fondo d’investimento che si
trasforma in un paladino della verità denunciando la corruzione all’ombra del
Cremlino.
Un thriller politico che ripercorre l’ascesa di un
finanziere, l'omicidio del suo giovane avvocato pacifista e la pericolosa
denuncia della corruzione all’interno del Cremlino.
Nato a Chigaco nel 1964 - nipote di quell’Earl Browder
candidato Presidente USA per il Partito Comunista nel 1936 - Bill Browder
inizia con la formazione accademica alla Stanford Business School arrivando nel
1990 nel mondo degli hedge fund. Poi l’approdo in Russia, dove Browder fa la
sua fortuna dirigendo il più grande fondo di investimento dopo il crollo
dell'Unione Sovietica. Ma la sua ribellione agli oligarchi corrotti lo mette al
bando e, nel 2005, viene espulso dalla Russia.
Nel 2007, un gruppo di funzionari di polizia fa irruzione
negli uffici di Browder a Mosca e si appropria di 230 milioni di imposte che le
aziende del suo fondo avevano pagato al governo russo. L’avvocato di Browder
Sergei Magnitsky si mette al lavoro per difendere gli interessi del suo cliente
e porta alla luce un'impresa criminale tentacolare. Sergei decide così di
testimoniare contro i funzionari coinvolti, ma viene arrestato e messo in
custodia preventiva: subisce torture per un anno. Il 16 novembre 2009 viene
portato in una camera di isolamento, ammanettato e picchiato a morte da otto
guardie carcerarie in tenuta antisommossa.
Browder, dopo aver assistito alla tragedia dell’amico
avvocato, ha dedicato la sua vita all’incessante ricerca di giustizia in nome
di Sergei riuscendo, nel dicembre del 2012, a far approvare dal Governo
statunitense il Magnitsky Act che denuncia e condanna i funzionari russi
responsabili della morte del coraggioso avvocato.
Mar di Toscana, dicembre 1646. Una galea militare francese
salpa da Livorno e sferza le onde verso il porto di Tolone. A bordo, i più
celebri cantanti italiani, convocati a Parigi dal cardinal Mazzarino. Tra loro
c’è il ventenne Atto Melani, scortato dal fedele segretario, che cerca di
dissuaderlo dall’unica passione vietata ai castrati: amare le donne.
Sulla nave viaggia anche uno strano gruppetto di eruditi,
uniti da un miraggio comune. Un misterioso monaco li ha messi sulle tracce di
un tesoro: i manoscritti di capolavori perduti dell’antica Roma, che tutti
cercano da secoli.
Ben presto la sorte costringe i passeggeri a rifugiarsi su
un’isola in compagnia di pericolosi corsari: italiani convertiti ad Allah.
La fame e la sete, le marce tra la boscaglia fangosa alla
ricerca di salvezza, e alcuni incontri inquietanti nello spettrale scenario
dell’isola esasperano gli animi, mentre enigmatici indizi del misterioso monaco
paiono intrecciarsi col fantasma opprimente di un (vero) omicidio perpetrato
cinque anni prima a Roma davanti a San Pietro. Una miccia che rinfocola vecchi
rancori e accende intrighi e violenze.
Cosa c’è dietro al miraggio del tesoro letterario? E quale
messaggio formano i fogli con lettere dell’alfabeto che qualcuno ha disseminato
ad ogni angolo? Osservatore d’eccezione, il giovanissimo Atto affilerà tra i
misteri dell’isola l’arma sottile della dissimulazione.
Monaldi & Sorti ancora una volta rapiscono il lettore in
un’avventura dei sensi e della mente. Con un’indagine minuziosa nei misteri
della Storia e delle sue verità negate, i due autori strappano la maschera a
idoli inviolabili (dall’antica Roma a Galileo, da Aristotele a Platone fino ai
rapporti inconfessabili tra Occidente e Islam) sgretolando spietatamente, una
dopo l’altra, le nostre certezze.
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