Le illustrazioni
sono molto belle, avete dato direttive specifiche alla disegnatrice o sono
stati gli stessi romanzi ad ispirarla?
L’illustratrice, Silvia Bigolin, ha fatto tutto da
sola, ed è stata bravissima. Ha capito tutto: ambiente, personaggi, spirito del
libro… e ci ha messo anche molto del suo, arricchendo l’atmosfera del libro.
Quanto
di Isabella e quanto di Marco è in questo romanzo?
Rispondere a questa domanda è un po’ come gustare
una fetta di torta e poi chiedersi: “ma nel pan di spagna, quanta farina e
quanto zucchero c’erano dentro?” In realtà, una volta cotto il pan di spagna, è
impossibile dire cosa è zucchero e cosa è farina: è pan di spagna e basta.
Per noi è un po’ la stessa cosa: dopo aver scritto
insieme la sinossi, ci dividiamo i capitoli e poi scriviamo “a strati”, cioè
quello che scrive uno dei due viene poi rivisto, arricchito e completato
dall’altro. Perciò alla fine è praticamente impossibile dire cosa sia stato
scritto da Marco e cosa da Isabella.
Nel primo
episodio avete sviluppato per lo più il tema dell'amicizia, in questo secondo
episodio avete affrontato il tema dell'amore, nei prossimi,
invece, esplorerete altri sentimenti positivi?
Noi pensiamo che scrivere un libro per ragazzi sia
un’occasione per provare a trasmettere i valori positivi in cui crediamo: l’amicizia,
il rispetto della libertà individuale e collettiva, la solidarietà, la
giustizia, il rispetto per la natura e l’importanza di preservare e difendere
l’ambiente. Più che temi, sono tracce che solcano i nostri racconti. Nel terzo
libro i personaggi si troveranno impegnati a difendere la natura misteriosa
dell’isola di Keola, mentre uno dei personaggi avrà molte difficoltà da
superare, dovrà fare i conti con i suoi limiti e ritrovare la fiducia in se
stesso.
La missione dei
giovani protagonisti ovviamente non termina qui, visto che sono previsti altri
due episodi, l'entrata in gioco di nuovi personaggi ed il ritorno di altri
personaggi minori del primo episodio infittiscono la trama e qualcosa si
intuisce sulla madre di Ailan. Possiamo sperare in un lieto fine e
giustizia come conclusione?
Rivelare il finale rovinerebbe la sorpresa, ma
possiamo dire che sicuramente alcune cose finiranno bene, altre male, e
qualcosa non si risolverà del tutto. Insomma, trionfo del bene e della
giustizia sì, ma purtroppo il male esiste e non sempre si riesce a sconfiggerlo
del tutto. La lotta continua e il bene conquistato va difeso.
Quali sono i
vostri generi letterali preferiti? Qualche titolo esplicativo per entrambi?
Per rispondere potremmo citare un detto di Louis
Armstrong: “Esistono solo due generi di musica: la buona musica e la cattiva
musica”. È un modo un po’ provocatorio per dire che, molto più del “genere”, è
importante la “qualità”. Noi amiamo leggere di tutto: dai grandi classici ai
gialli, dalla fantascienza alla narrativa contemporanea, al fantasy.
Come è nata la
vostra ispirazione per questa saga fantasy destinata ai piccoli lettori?
È molto difficile dire da cosa sia nata
l’ispirazione per la nostra storia. L’idea iniziale, infatti, si è combinata
con tanti elementi molto diversi tra loro: film, letture, spunti presi dalla
realtà di tutti i giorni e dalle persone che abbiamo incontrato nella nostra
vita. Per esempio, per tratteggiare l’ambiente steampunk, ci siamo ispirati
alle atmosfere che si respirano nei libri di Verne e H.G.Wells. Per i
personaggi, a volte ci siamo rifatti a persone reali. L’idea di partenza è
stata quella di una strana bottega in cui vengono conservati degli oggetti
bizzarri, le Invenzioni Dimenticate. Attorno a questo primo spunto abbiamo poi
costruito un mondo. Possiamo dire che l’idea iniziale è maturata ed è cresciuta
a poco a poco, attraverso lunghe sedute di brainstorming, in cui abbiamo
provato a liberare la fantasia per creare il mondo di Altea, i personaggi, la
trama…
Una domanda
personale, com'è lavorare in coppia col proprio partner? (vorrei la versione di ognuno di voi )
Marco: Facciamo coppia da tanti anni, e vivere
questa avventura insieme a Isabella mi fa sentire un po’ come mi sentivo
all’inizio della nostra storia: pieno di energia e di aspettativa. E poi, scrivendo
a quattro mani, non solo le idee arrivano con più facilità, ma è anche più
facile accorgersi degli errori. Certo, a volte ci troviamo coinvolti in accesi
confronti ‘letterari’, ma alla fine troviamo sempre un punto di vista comune.
Isabella: scrivere insieme è molto divertente e ci
offre anche il pretesto per prenderci degli spazi per noi due. Con la scusa che
dobbiamo scrivere, ogni tanto riusciamo a fare qualche piccola fuga in montagna
o in riva al mare. La cosa che preferisco, però, sono le nostre sedute di
“brainstorming” in pasticceria, con il computer aperto e una bella cioccolata
calda davanti. Amo molto anche i momenti in cui cominciamo a ridere per le
situazioni umoristiche che ci piace inventare e inserire nei nostri libri.
Marco ha una risata molto contagiosa! Ridiamo molto insieme e questo mi pare un
buon segno, sotto tutti i punti di vista.
Dopo questa saga,
che prevede altri due episodi, avete già altri progetti letterari per il
futuro?
Con questi primi due libri siamo arrivati solo a
metà percorso, per cui ci sembra un po’ presto per parlare di progetti futuri.
Una cosa è certa: il mondo di Altea sta diventando talmente ricco, che sarebbe
un peccato non scriverci qualche altra avventura, magari con altri personaggi.
Oltre ad Altea, abbiamo anche altri spunti e un
paio di idee in “avanzato stato di composizione”, che non vediamo l’ora di
sviluppare e di proporre. Ovviamente non sappiamo ancora se le nostre idee incontreranno
l’interesse degli editori: ma tutto questo non fa che rendere più interessante
la sfida. Come diceva Buster Keaton, il bello è riuscire ad avere sempre
un’idea in più.
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