sabato 9 gennaio 2021

nuove uscite Besa Muci Editore

 

E in mezzo: io
di 
Julya Rabinowich

La sfida dell’integrazione,
fra speranze e paure, nella storia di una ragazzina fuggita dalla guerra con la sua famiglia

 
PP. 264 – Prezzo 16,00 € 
Traduzione di Beate Baumann
ISBN 9788836291366

«Raramente già nelle prime pagine ci si trova di fronte ad
un Io narrante così forte, ad una voce così personale
che pretende di essere ascoltata.
“Qui avremmo bisogno di persone come te”, dirà
alla fine del romanzo un’addetta a Madina.
Vale anche per questo libro»


Katrin Hörnlein, “Die Zeit”

Eravamo tutti agitati perché ce l’avevamo fatta, ma al contempo avevamo i nervi a pezzi. Sudavamo per la paura. A un certo momento arrivò un interprete. Ci guardò con disprezzo e con tanto disgusto. Anche dopo ho notato molto spesso quello sguardo. Sembra come acqua di risciacquatura in faccia. Ora, quando quello sguardo mi colpisce, riesco a sollevare di più la testa. E raddrizzo le spalle. Anche gli animali fanno così quando vogliono apparire pericolosi e più importanti. Io mi comporto come gli animali. Non distolgo lo sguardo. Perché neanche gli animali lo fanno. Ma ci è voluto del tempo, all’inizio per capirlo, e poi per imparare a farlo.

Madina ha 15 anni, è fuggita insieme alla sua famiglia dalla guerra ed è arrivata a Vienna, dove finalmente inizia a sognare un futuro migliore. L’integrazione però non è cosa facile e a lei tocca assumere il ruolo di mediatrice tra la famiglia, che vive in un centro profughi, e la vita sconosciuta fuori. 
Le notti inquiete e il rapporto tormentato con il padre, che non vuole lasciarsi il passato alle spalle, non fermano Madina, che grazie alla sua compagna di scuola Laura troverà accoglienza in terra straniera.

JULYA RABINOWICH, nata nel 1970 a San Pietroburgo, è pittrice, drammaturga e scrittrice. Da piccola emigra insieme alla sua famiglia a Vienna, dove studia Scienze della traduzione e Arte applicata. 
Per alcuni anni ha lavorato come interprete nell’ambito dell’accoglienza dei profughi. 
Dazwischen: Ich, pubblicato nel 2016 dalla casa editrice Hanser di Monaco, nel 2017 le è valso i premi “Oldenburger Kinder-und Jugendbuchpreis” e “Österreichischer Kinder-und Jugendbuchpreis”.

La bellezza che uccide

di Migjeni


Un mondo mostruoso e spietato
nella prosa di un autore albanese scomparso giovanissimo


PP. 184 – Prezzo 15,00 €
Traduzione di Adriana Prizreni
ISBN 9788836290932

Ovunque nella sua opera si sente l’impedimento precoce, l’interruzione.
Egli stesso si può pensare come tale: interrotto.
Ma la sua interruzione non ha nulla di consueto:
è come l’interruzione di un uragano. 


Ismail Kadare

Sono abbozzi, tracce, brandelli, graffi, questi racconti di Migjeni [...] poche parole, molte non dette, come quelle che non dicono il turbinio dei sensi
di una ragazza di diciassette anni, lo strazio del dolore di una madre tagliata in due come una pietra; come non dicono la resistenza della montagna,
il ritorno dell’inverno, la tortura divina, l’inesorabilità della rivoluzione.
Parole che non dicono nulla di tutto questo perché, se lo dicessero,
la verità alla quale esse stesse assistono si scoprirebbe come menzogna.


Raffaele De Giorgi

MIGJENI è lo pseudonimo del poeta e scrittore albanese Millosh Gjergj Nikolla. Nato a Scutari nel 1911, studiò nella locale scuola serba e poi nel Seminario ortodosso di St. John a Monastir (Bitolj), in Macedonia. Nel 1933 fu assunto come insegnante di albanese e iniziò a scrivere opere in prosa e in versi. Morì nel 1938, appena ventisettenne, a Torre Pellice, in provincia di Torino, dove stava curando una tubercolosi. 
Fu tra i primi poeti albanesi ad abbandonare la lunga tradizione del nazionalismo romantico. La sua raccolta di poesie Vargjet e lira (Versi liberi) fu pubblicata nel 1936 ma subito fatta ritirare dalle autorità del tempo. L’opera completa si trova nell’edizione Vepra 1-4 (Opere, 1-4) pubblicata a Prishtina nel 1980, ed è stata tradotta in diverse lingue.

Ottanta infinito
di Leonard Guaci


Una valigia scambiata e un nastro misterioso al centro di un romanzo
che ripercorre i grandi rebus

 dell’Italia degli anni ’80


PP. 352 – Prezzo 20,00 €
ISBN 9788836290918

Una luce languida riempì la stanza di strani spettri.
Quando sentii quella puzza da arma chimico-batteriologica ebbi un sussulto che mi fece sobbalzare in un attimo sul pavimento. Gambe leggermente piegate, smorfia che incute paura, urlo da indiano, pugni chiusi e pronto a colpire la preda.
Come mi avevano insegnato nelle scuole comuniste. Vidi di nuovo quella figura nera con una valigia in mano. La mia valigia! Non ci potevo credere! Ma che cavolo ci faceva con… ebbi una reazione così veloce e istintiva che il mio calcio lo raggiunse sullo stomaco senza avere il tempo di proteggersi. Lanciò un breve gemito senza mollare la presa sulla valigia. Gliene diedi un altro, sempre in quel punto e sempre pieno di odio, ma quest’ultimo sembrò sentirlo meno.
Tirò fuori da una tasca un oggetto lungo, simile a un coltello. Cavolo! Più che un coltello sembrava una spada ottomana. Era preparato a una vera e propria guerra.

La tormentata storia di Roberto Calvi e del Banco Ambrosiano, l’attentato al Papa, il caso Orlandi, l’avvento dell’Aids e le controverse teorie sul virus: in questo romanzo Leonard Guaci riporta l’attenzione sui grandi rebus dell’Italia degli anni ’80. Lo fa attraverso la storia di Roland, giovane erudito e arrogante, goffo e caustico, che da Valona raggiunge la famiglia a Roma, dove sogna di incontrare Berlusconi e di discutere con lui dei problemi del mondo contemporaneo.
La sua valigia viene scambiata all’aeroporto di Fiumicino e dopo qualche giorno la sorella viene rapita. Al telefono qualcuno chiede a Roland di consegnare un nastro, ma nella valigia scambiata non c’è. Inizia così un itinerario alla ricerca della sorella che lo porterà a ripercorrere quasi involontariamente le tappe più drammatiche della storia italiana degli anni ’80.    

LEONARD GUACI è nato a Valona nel 1967. Ha iniziato la sua attività letteraria con numerosi scritti sui giornali albanesi. Nel 1990 si trasferisce a Roma e avvia la collaborazione con i periodici “Lo Stato” e “Il Borghese”, e con il TG1. Con Panciera Rossa ha vinto il premio internazionale di letteratura “Antonio Sebastiani”. Per Besa ha già pubblicato I grandi occhi del mare (2017). 
 

Poesie scelte
Poezi të zgjedhura

di Gëzim Hajdari

La condizione dell’essere
migranti nella voce del massimo poeta albanese contemporaneo


PP. 520 – Prezzo 18,00 €
Edizione bilingue italiano/albanese
Postfazione di Andrea Gazzoni
ISBN 9788836290833

Trent’anni è l’arco di tempo coperto dalle Poesie scelte 1990-2020. L’intervallo di date significativamente parte dall’anno in cui ha inizio il crollo del regime dittatoriale albanese, momento cruciale a partire dal quale Hajdari getta lo sguardo in duplice direzione: all’indietro, verso il fondo storico, mitico e antropologico della sua terra d’origine, nel quale si ritrovano valori da recuperare con orgoglio per il presente e l’avvenire; in avanti, verso un futuro cupo che pare travolgere la speranza in mancanza di una rottura vera con le complicità e i sotterfugi del potere. […] Al vaglio di tre decenni di scritture migranti in Italia, Hajdari risulta l’unico autore che nel tempo abbia composto, frammento su frammento, una vera e propria opera, un corpus che si arricchisce di rispondenze interne/esterne e cambia equilibrio a ogni nuova aggiunta. […] Cantore mediterraneo, poeta albanese e italiano, Hajdari ci raccomanda all’uomo straniero che cresce dentro di noi. E nel farsi consapevole di questa crescita è la sua nobiltà, e la nostra.

                                                               dalla Postfazione di Andrea Gazzoni

GËZIM HAJDARI è il massimo poeta albanese vivente e uno dei maggiori poeti contemporanei. È nato in una famiglia di ex proprietari terrieri i cui beni sono stati confiscati durante la dittatura comunista di Enver Hoxha. Nel corso della sua intensa attività di esponente politico e di giornalista d’opposizione in Albania, ha denunciato pubblicamente i crimini della vecchia nomenclatura comunista di Hoxha e dei regimi post-comunisti. Bilingue, scrive in albanese e in italiano. Per Besa ha pubblicato Evviva il canto del gallo nel villaggio comunistaMaldiluna / DhimbjeheneSpine nere / Gjemba te zinjStigmate / VragëI canti dei nizamCorpo presenteMuzunguPeligòrga e due raccolte di poesie scelte.

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