pag. 576 - prezzo:
19€
Sinossi:
Durante un volo intercontinentale tra New York e Madrid, due
donne si conoscono. Sono sedute vicine e sono entrambe a un punto di
svolta, tradite da quella che credevano fosse la loro ragione di
vita. Patricia è una ex giornalista in crisi, Greta invece non
vedeva un tramonto da quattordici anni. Ha vissuto in un convento,
isolata da tutto, finché è successo qualcosa che l’ha costretta
ad andarsene, e ora si scopre fragile e impreparata davanti a tanta
libertà. Racchiuse nel bozzolo protettivo dell’aereo che scivola
silenzioso sopra l’oceano, le due donne si raccontano: le passioni,
le sfide, la spinta alla ribellione, la sofferenza e la fatica di
ricostruirsi. E poi la difficoltà di essere donna, figlia, madre,
amante, amica, di conciliare lavoro e vita privata, obblighi e
pulsioni. Ha inizio così un processo di cambiamento che le aiuterà
a rimettere a fuoco ciò che davvero vogliono e a spiccare il volo.
Perché anche la crisalide, per trasformarsi in farfalla, deve prima
sognare le sue ali.
L’autrice:
Vanessa Montfort (Barcellona, 1975) è scrittrice e
drammaturga. Dopo una laurea in Scienze dell’informazione, ha
pubblicato tre romanzi e diretto varie opere teatrali che spaziano
dalla commedia al dramma, al musical e al genere fantastico. Dal 2015
dirige la Compañía Teatral Hijos de Mary Shelley, a Madrid. Per
Feltrinelli ha pubblicato Donne che comprano fiori (2017).
pag. 368 - prezzo
19€
Sinossi: Alla fine
degli anni ottanta, quando la sua famiglia decise di fuggire
dall’Iran in guerra, Dina Nayeri era una bambina. Il rumore delle
bombe, le sirene e le corse per nascondersi nel seminterrato, la poca
luce filtrata dalle finestre serrate erano tutte cose normali. Negli
anni a venire, sui letti a castello delle case per i rifugiati di
Londra, di Dubai, di Roma e poi dell’Oklahoma, Dina conobbe per la
prima volta il silenzio del sonno tranquillo e ininterrotto: quella
fu la sua prima idea di cosa fosse la pace. Sui migranti sono state
scritte molte storie. A partire dall’Eneide, l’esperienza di chi
è costretto a fuggire non ha mai smesso di essere all’origine di
narrazioni impetuose, grandi, travolgenti. Storie di singoli
individui, soli contro la perdita di tutto, storie che sono
universali.
Dina Nayeri si misura con la domanda più impietosa del nostro tempo: che cosa significa essere un migrante? E soprattutto: cosa succede quando chi fugge diventa un rifugiato? Qual è il prezzo della sua integrazione? La risposta è semplice: la prima regola per il rifugiato è rimanere al proprio posto. Essere meno capace, avere meno esigenze degli altri. Accontentarsi ed essere grati per l’accoglienza, accettando il destino di un terribile circolo vizioso: sei un pigro richiedente asilo, finché non diventi un avido intruso.
Grazie alla propria esperienza, una grande scrittrice esplora come vive chi è costretto a fuggire, come si declina il rifiuto delle comunità di approdo, e indaga la tragedia dello straniamento dell’identità che tutti i giorni avviene sotto i nostri occhi.
Dina Nayeri si misura con la domanda più impietosa del nostro tempo: che cosa significa essere un migrante? E soprattutto: cosa succede quando chi fugge diventa un rifugiato? Qual è il prezzo della sua integrazione? La risposta è semplice: la prima regola per il rifugiato è rimanere al proprio posto. Essere meno capace, avere meno esigenze degli altri. Accontentarsi ed essere grati per l’accoglienza, accettando il destino di un terribile circolo vizioso: sei un pigro richiedente asilo, finché non diventi un avido intruso.
Grazie alla propria esperienza, una grande scrittrice esplora come vive chi è costretto a fuggire, come si declina il rifiuto delle comunità di approdo, e indaga la tragedia dello straniamento dell’identità che tutti i giorni avviene sotto i nostri occhi.
Ogni paese appartiene a chi ci è nato. Gli altri possono entrare,
ma a una condizione: restare al proprio posto. E rinunciare a se
stessi.
L’autrice: Dina
Nayeri è nata in Iran nel 1979 e da bambina è scappata dal suo
paese insieme alla famiglia. È autrice di Tutto il mare tra di noi
(2014) e di Rifugio (2018), pubblicati in più di venti paesi.
pag. 176 - prezzo:
14€
Sinossi: “Me ne
batto alla grandissima se dico o scrivo cose buone per lo zerovirgola
elettorale. Perché non sono un politico, e per questo ho la
presunzione infantile del contagio del buono. O almeno del migliore.
Che due o tre cose di civiltà le dirà e proverà a farle sempre, e
comunque. Perché ritiene di avere molti fratelli in sonno, sparsi
per questo sfortunato Paese che non ha bisogno di eroi e nel caso se
li sceglie di merda. O ci sputa sopra. Perché sono quella roba lì.
Buonista un cazzo.”
A sentire le urla sovraniste, il pezzo di Paese che ne rifiuta il fascino è un esercito di ricchi, comunisti col Rolex, privilegiati. I famigerati buonisti. Che però, coi loro difetti, saranno sempre meglio dei cattivisti. Non è vero che c’è da vergognarsi per aver studiato. Pagare le tasse non è da sfigati. L’Europa non è una prigione. Non dobbiamo aiutarli a casa loro: dobbiamo accogliere chi abbiamo contribuito ad affamare. Imitare i populisti non farà vincere le elezioni a nessuno. E non siamo Gretini, siete cretini voi.
Luca Bottura ha scritto una biografia collettiva di quel pezzo di Paese, un racconto autoironico, demoralizzato ma non vinto, pronto a ridere dei propri nemici e dei propri amici. Sperando che restino tali.
A sentire le urla sovraniste, il pezzo di Paese che ne rifiuta il fascino è un esercito di ricchi, comunisti col Rolex, privilegiati. I famigerati buonisti. Che però, coi loro difetti, saranno sempre meglio dei cattivisti. Non è vero che c’è da vergognarsi per aver studiato. Pagare le tasse non è da sfigati. L’Europa non è una prigione. Non dobbiamo aiutarli a casa loro: dobbiamo accogliere chi abbiamo contribuito ad affamare. Imitare i populisti non farà vincere le elezioni a nessuno. E non siamo Gretini, siete cretini voi.
Luca Bottura ha scritto una biografia collettiva di quel pezzo di Paese, un racconto autoironico, demoralizzato ma non vinto, pronto a ridere dei propri nemici e dei propri amici. Sperando che restino tali.
“Buonista è il più rotondo e sgraziato degli aggettivi. Be’,
buonisti un cazzo.”
L’autore: Luca
Bottura si guadagna da vivere scrivendo per sé e per altri.
È stato “altro direttore” del settimanale Cuore sotto la
direzione di Michele Serra e ideatore e conduttore di Lateral, su
Radio Capital. Tiene su la Repubblica e L’Espresso le rubriche
#bravimabasta e L’Incompetente, su Oggi la Posta non
richiesta. Scrive per/con Enrico Bertolino, Geppi Cucciari, Luciana
Littizzetto. Ha scritto anche per Gene Gnocchi, Maurizio Crozza,
Victoria Cabello, Fabio Volo, Antonio Cornacchione, Adriano
Celentano. Ha vinto il Premio Satira Forte dei Marmi con il libro
Mission to Marx. È molto seguito su Twitter, specie dai troll.
pag. 320 - prezzo
19€
Sinossi: Una storia
vera, narrata con leggerezza, ironia e profondità, che dà a
un’esperienza personale un respiro universale. Nell’immaginario
collettivo, in tanti film e programmi televisivi, la maternità è
sempre accolta con gioia e circondata da un’aura di serenità. Non
è il caso di questo libro: una tragicomica cronaca a fumetti di
quanto successo durante l’inaspettata gravidanza dell’autrice.
Settimana dopo settimana, si sviluppa un’indagine su tutti i
sentimenti, positivi e negativi, che accompagnano la gestazione, così
come sui cambiamenti del corpo e sulla preparazione alla nascita di
un figlio che una coppia di sprovveduti trentenni deve affrontare.
“Un figlio ci mette nove mesi per venire al mondo. Ma una madre?
Di quanto tempo ha bisogno per nascere? Sara Menetti se lo chiede per
tutte noi. E la sua storia è talmente solo sua che diventa subito
anche nostra.” Chiara Gamberale
L’autrice: Sara
Menetti è nata a Bologna nel 1984. Completati gli studi presso la
Scuola Internazionale di Comics di Firenze, ha cominciato a lavorare
come fumettista e illustratrice freelance per agenzie e case editrici
italiane e straniere. Dal 2013 fa parte del collettivo Mammaiuto, con
il quale ha pubblicato il volume Fototessere, i carnet di viaggio
Tokyo. Un viaggio illustrato e Lisboa. Diário de viagem, e la
raccolta Pupe. Per Feltrinelli Comics ha pubblicato Centimetri,
storia breve contenuta nell’antologia Post Pink (2019).
pag. 352 - prezzo
22€
Sinossi: Facebook,
il social network più popolare al mondo, non crea contenuti. Uber,
la più grande compagnia di taxi del mondo, non possiede vetture.
Alibaba, il più grande rivenditore online, non ha scorte in
magazzino. E Airbnb, il più celebre intermediario di case, non ha
alcuna proprietà immobiliare. Il successo di queste aziende non è
legato alla vendita di un prodotto: piuttosto, sono piattaforme
capaci di raggiungere moltissimi utenti in tutto il mondo. Per
crescere hanno bisogno di raggiungere la moltitudine della folla, di
allontanarsi dal proprio centro e conquistare la periferia. Come
fanno? Si servono delle macchine, cioè dell’intelligenza
artificiale, capace di crescere ed espandersi rapidamente, con un
solo obiettivo: raccogliere dati.
Il nuovo mondo che McAfee e Brynjolfsson descrivono è questo: mentre un computer impara a giocare a scacchi meglio di un uomo, start up come Facebook e Google distruggono giganti dell’industria mondiale come Nokia. Un’idea nata nel garage di una persona può esplodere e diventare un colosso globale come Apple o Amazon.
McAfee e Brynjolfsson raccontano il cambiamento radicale che non solo l’economia, ma anche il nostro stile di vita stanno attraversando: un’intersezione tra macchine, piattaforme e moltitudine, che sta trasformando il modo in cui organizziamo il lavoro e abitiamo il mondo. E offrono un’analisi penetrante del nostro tempo che è anche uno strumento indispensabile per affrontarlo.
Il nuovo mondo che McAfee e Brynjolfsson descrivono è questo: mentre un computer impara a giocare a scacchi meglio di un uomo, start up come Facebook e Google distruggono giganti dell’industria mondiale come Nokia. Un’idea nata nel garage di una persona può esplodere e diventare un colosso globale come Apple o Amazon.
McAfee e Brynjolfsson raccontano il cambiamento radicale che non solo l’economia, ma anche il nostro stile di vita stanno attraversando: un’intersezione tra macchine, piattaforme e moltitudine, che sta trasformando il modo in cui organizziamo il lavoro e abitiamo il mondo. E offrono un’analisi penetrante del nostro tempo che è anche uno strumento indispensabile per affrontarlo.
È vero che le macchine, sempre più autonome ed efficienti, ci
toglieranno il lavoro? Facebook, Google e Amazon stanno cambiando le
regole dell’economia globale? Cosa sta succedendo alle competenze e
alle professioni nell’era digitale?
Una guida per conoscere l’intelligenza collettiva della rete e scoprire le interazioni virtuose tra le macchine e la mente umana. Una nuova enciclopedia dei principi fondamentali del mondo di oggi e di domani.
Una guida per conoscere l’intelligenza collettiva della rete e scoprire le interazioni virtuose tra le macchine e la mente umana. Una nuova enciclopedia dei principi fondamentali del mondo di oggi e di domani.
Gli autori:
Eric Brynjolfsson è
direttore del Mit Center for Digital Business. Per Feltrinelli ha
pubblicato La nuova rivoluzione delle macchine. Lavoro e
prosperità nell’era della tecnologia trionfante (2015; con
Andrew Mcafee).
Andrew McAfee è
ricercatore capo del Mit Center for Digital Business. Per Feltrinelli
ha pubblicato La nuova rivoluzione delle macchine. Lavoro e
prosperità nell’era della tecnologia trionfante (2015; con
Eric Brynjolfsson).
pag. 264 - prezzo:
17€
Sinossi: Per vivere
in modo sano una persona ha bisogno di mangiare almeno due volte al
giorno, assumendo proteine, vitamine, sali minerali, fibre, zuccheri,
acqua e molto altro. Mentre la febbre del clima trasforma il mondo
sotto i nostri occhi, noi abbiamo una certezza: nel 2030 saremo dieci
miliardi.
Come nutrire il maggior numero possibile di persone senza distruggere quello che resta della Terra? La maniera in cui mangiamo e produciamo il nostro cibo non è più sostenibile. Non possiamo sfruttare le risorse che ci rimangono nel modo sbagliato e questo significa soprattutto una cosa: dobbiamo cambiare abitudini.
La buona notizia è che qualcuno ha già cominciato a farlo. Contaminando le discipline, dalla medicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla genetica più avanzata, dall’agricoltura alla meteorologia, in angoli diversi del pianeta alcuni ricercatori hanno iniziato a immaginare un futuro alternativo. Da gesti piccolissimi e da idee coraggiose sono nati grandi esperimenti, capaci di aprire la strada alla rivoluzione alimentare che, se lo vorremo davvero, salverà il mondo.
Stiamo imparando a coltivare le carni per averne in quantità illimitate, con un consumo infinitamente ridotto di risorse rispetto agli allevamenti e senza costringere gli animali alla sofferenza e ai farmaci. Stiamo studiando la straordinaria capacità di rigenerazione del mare per ricreare gli ecosistemi che abbiamo distrutto. Stiamo coltivando sottoterra e laddove non è mai stato possibile farlo, grazie ai risultati provenienti dalle ricerche spaziali.
In un viaggio al confine del progresso scientifico, tra serre galleggianti e fattorie idroponiche, Agnese Codignola mette in discussione la nostra cultura alimentare e ci aiuta ad aprire gli occhi sul destino del cibo, che è poi il nostro destino.
Come nutrire il maggior numero possibile di persone senza distruggere quello che resta della Terra? La maniera in cui mangiamo e produciamo il nostro cibo non è più sostenibile. Non possiamo sfruttare le risorse che ci rimangono nel modo sbagliato e questo significa soprattutto una cosa: dobbiamo cambiare abitudini.
La buona notizia è che qualcuno ha già cominciato a farlo. Contaminando le discipline, dalla medicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla genetica più avanzata, dall’agricoltura alla meteorologia, in angoli diversi del pianeta alcuni ricercatori hanno iniziato a immaginare un futuro alternativo. Da gesti piccolissimi e da idee coraggiose sono nati grandi esperimenti, capaci di aprire la strada alla rivoluzione alimentare che, se lo vorremo davvero, salverà il mondo.
Stiamo imparando a coltivare le carni per averne in quantità illimitate, con un consumo infinitamente ridotto di risorse rispetto agli allevamenti e senza costringere gli animali alla sofferenza e ai farmaci. Stiamo studiando la straordinaria capacità di rigenerazione del mare per ricreare gli ecosistemi che abbiamo distrutto. Stiamo coltivando sottoterra e laddove non è mai stato possibile farlo, grazie ai risultati provenienti dalle ricerche spaziali.
In un viaggio al confine del progresso scientifico, tra serre galleggianti e fattorie idroponiche, Agnese Codignola mette in discussione la nostra cultura alimentare e ci aiuta ad aprire gli occhi sul destino del cibo, che è poi il nostro destino.
La febbre del clima sta distruggendo il mondo. Ma noi possiamo
salvarlo. Con la rivoluzione del cibo sano, sostenibile e giusto. E
con il coraggio, a volte scandaloso, della scienza.
L’autrice: Agnese
Codignola, dottore di ricerca in Farmacologia all’Università di
Milano, dopo sette anni nel campo della ricerca si è dedicata
interamente all’attività giornalistica e divulgativa presso
l’agenzia Zadig. Collabora con i principali gruppi editoriali
italiani (Rcs, “Espresso-Repubblica”, “Il Sole 24 Ore”,
“Focus-Mondadori”) occupandosi di salute, alimentazione,
sostenibilità ambientale e scienza in generale. Ha vinto diversi
premi, tra cui il premio giornalistico Expo 2015. Ha partecipato a
TedxDarsena con la lezione La carne (coltivata) ci salverà? Nel
gennaio 2017 ha pubblicato insieme a Michele Maio Il corpo
anticancro, un saggio sull’immunoterapia seguito, nel 2018, da Lsd.
Da Albert Hofmann a Steve Jobs, da Timothy Leary a Robin
Carhart-Harris: storia di una sostanza stupefacente e, nel 2020, da
Curare i bambini è la mia medicina, con Franca Fossati Bellani.
Nessun commento:
Posta un commento