martedì 19 settembre 2017

nuove uscite Feltrinelli


Sinossi: Febbraio 1862, la Guerra Civile è iniziata da un anno, e il Presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, è alle prese con ciò che sta assumendo i contorni di una catastrofe. Nel frattempo Willie, il figlio prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. Verrà sepolto a Washington, nel cimitero di Georgetown. A partire da questa scheggia di verità storica – i giornali dell’epoca raccontano che Lincoln si recò nella cripta e aprì la bara per abbracciare il figlio morto –, George Saunders mette in scena un inedito aldilà romanzesco popolato di anime in stallo.
Il Bardo del titolo, un riferimento al Libro tibetano dei morti, allude infatti a quello stato intermedio in cui la coscienza è sospesa tra la vita passata e quella futura. È questo il limbo in cui si aggirano moltitudini di creature ancora troppo attaccate all’esistenza precedente come Willie, che non riesce a separarsi dal padre, e il padre, che non riesce a separarsi dal figlio. Accompagnati da tre improbabili guide di ascendenza dantesca, assisteremo allo sconvolgimento nel mondo di queste anime perse per l’arrivo di Willie, che è morto e non lo sa, e di suo padre, che è come morto ma deve vivere per il bene del proprio paese. Ascolteremo le voci – petulanti, nostalgiche, stizzose, accorate – degli spiriti e il controcanto della storia. Leggeremo nei pensieri di Lincoln e nella mente di suo figlio, uniti da un amore che trascende il dolore e il distacco fisico.
Il romanzo si svolge in una sola notte, in un territorio dove tutto è possibile, dove la logica convive con l’assurdo, le vicende vere con quelle inventate, dove tragedia e farsa si compendiano in un’unica realtà indifferenziata e contraddittoria. Come si può vivere, amare e compiere grandi imprese, sapendo che tutto finisce nel nulla.

L’autore: George Saunders (Amarillo, Texas, 1958) ha pubblicato due raccolte di storie, Pastoralia e Il declino delle guerre civili americane. Con il suo lavoro si aggiudicato due volte il National Magazine Award. È stato incluso dal "New Yorker "nella lista dei “venti scrittori per il 21° secolo” e nel 2013 è stato insignito del PEN/Malamud Award, il più prestigioso premio statunitense per gli autori di short stories. La rivista "Time" l’ha inserito fra le 100 persone più influenti del mondo. Feltrinelli ha pubblicato Lincoln nel Bardo (2017), il suo primo romanzo.


Sinossi: Dall’incontro di due personalità eccezionali nasce un libro unico e prezioso, che affianca a trentasei racconti di Erri De Luca altrettanti disegni (in bianco e nero e a colori) dell’artista Alessandro Mendini.
Un duetto che rimanda a una nostra tradizione forte – basti pensare al connubio fra Rodari e Munari – e che qui comincia sempre con un’illustrazione, da cui poi il racconto prende liberamente l’abbrivio. “Quello che scrivo,” dice De Luca, “dipende dal riflesso di uno che è preso alla sprovvista.” E a stupire, a spiazzare sono quei disegni che fanno spalancare gli occhi come uno strappo nel cielo, fanno sentire nudi “come quei due nel primo giardino, dopo l’assaggio scippato dall’albero della conoscenza”, perché “la suggestione è una manifestazione della verità”.
Erri De Luca e Alessandro Mendini iniziano quasi per gioco – ispirandosi ai disegni di un bambino caro a entrambi – e poi via via stabiliscono fra loro un dialogo di forme e parole serrato e ricco di senso, tracciano sulla pagina le proprie paure, le tentazioni, le fiere ostinazioni, e tutto un vivace campionario di “mostruosità terrestri”. Compongono dunque un libro di eroismi quotidiani che scandaglia, attraverso percorsi tutt’altro che logici e prevedibili, il nostro più profondo sentire: facendoci avvertire il fiato dei mostri dietro le nostre spalle e al contempo consegnandoci le chiavi del serraglio dentro cui tenerli a bada.

I mostri sono i diavoli custodi dell’infanzia, nessun angelo può tenerli a bada.

Gli autori: 
Erri De Luca è nato a Napoli nel 1950. Ha pubblicato con Feltrinelli: Non ora, non qui (1989), Una nuvola come tappeto (1991), Aceto, arcobaleno (1992), In alto a sinistra (1994), Alzaia (1997, 2004), Tu, mio (1998), Tre cavalli (1999), Montedidio (2001), Il contrario di uno (2003), Mestieri all’aria aperta. Pastori e pescatori nell’Antico e nel Nuovo Testamento (con Gennaro Matino; 2004), Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (2005), In nome della madre (2006), Almeno 5 (con Gennaro Matino; 2008), Il giorno prima della felicità (2009), Il peso della farfalla (2009), E disse (2011), I pesci non chiudono gli occhi (2011), Il torto del soldato (2012), La doppia vita dei numeri (2012), Ti sembra il Caso? (con Paolo Sassone-Corsi; 2013), Storia di Irene (2013), La musica provata (2014; il libro nella collana "I Narratori", nella collana "Varia" il dvd del film), La parola contraria (2015), Il più e il meno (2015), il cd La musica insieme (2015; con Stefano Di Battista e Nicky Nicolai), Sulla traccia di Nives (2015), La faccia delle nuvole (2016), La Natura Esposta (2016), Morso di luna nuova. Racconto per voci in tre stanze (2017), Diavoli custodi (2017; con Alessandro Mendini) e, nella serie digitale Zoom, Aiuto (2011), Il turno di notte lo fanno le stelle (2012) e Il pannello (2012). Per i "Classici" dell'Universale Economica ha tradotto l’Esodo, Giona, il Kohèlet, il Libro di Rut, la Vita di Sansone, la Vita di Noè ed Ester. Sempre per Feltrinelli ha tradotto e curato L'ultimo capitolo inedito de La famiglia Mushkat. La stazione di Bakhmatch di Isaac B. Singer e Israel J. Singer (2013).

Alessandro Mendini (1931), architetto, artista, designer, è personaggio rappresentativo dell’idea di una progettazione critica cosciente e poetica. Ha diretto le riviste "Casabella", "Modo", "Ollo", "Domus". Dagli anni ’70 è punto di riferimento nella svolta verso il design post-moderno. Vive e lavora a Milano. Per Feltrinelli ha pubblicato Diavoli custodi (2017; con Erri De Luca).


Sinossi: Eleonore Delacourt ha venticinque anni e ama la lentezza. Invece di correre, passeggia. Invece di agire d’impulso, riflette. Invece di dichiarare il suo amore al professore di filosofia alla Sorbonne, sogna. E non salirebbe mai e poi mai su un aereo, in nessuna circostanza.
Timida e romantica, Nelly – come preferisce essere chiamata – adora i vecchi libri, crede nei presagi, piccoli messaggeri del destino, diffida degli uomini troppo belli e non è certo coraggiosa come l’adorata nonna bretone con cui è cresciuta, che le ha lasciato in eredità l’oggetto a lei più caro: un anello di granati con dentro una scritta in latino, “Omnia vincit amor”.
Sicuramente, Nelly non è il tipo di persona che di punto in bianco ritira tutti i propri risparmi, compra una costosissima borsa rossa e, in una fredda mattina di gennaio, lascia Parigi in fretta e furia per saltare su un treno. Un treno diretto a Venezia. Ma a volte nella vita le cose, semplicemente, accadono. Cose come una brutta influenza e una delusione d’amore ancora più brutta. Cose come una frase enigmatica trovata dentro un vecchio libro della nonna, con accanto una certa citazione in latino...
Un’incantevole storia d’amore che racconta perché può essere una fortuna far cadere la propria borsa nel Canal Grande, concedere un po’ di fiducia a un veneziano scandalosamente bello e accettare di sentirsi letteralmente mancare la terra sotto i piedi. Un viaggio appassionante tra i quais di Parigi e le calli di Venezia, fino a un piccolo caffè dove si celano segreti in attesa di essere svelati e i miracoli sembrano davvero possibili.

Un romantico viaggio tra Parigi e Venezia.

Un vecchio libro e una dedica: “omnia vincit amor”.

Un piccolo caffè dove tutto è possibile.

Perché a volte bisogna sentirsi mancare la terra sotto i piedi per arrivare a toccare il cielo con un dito.


L’autore: Nicolas Barreau è nato a Parigi nel 1980 da madre tedesca e padre francese, motivo per cui è perfettamente bilingue. Ha studiato Lingue e letterature romanze alla Sorbonne, poi ha lavorato in una piccola libreria sulla Rive gauche. Ha scritto sei romanzi, tutti pubblicati da un piccolo editore tedesco che non ha potuto permettersi di lanciarli con una massiccia campagna promozionale, ma che ciononostante hanno ottenuto un ottimo successo, cresciuto sempre più soprattutto grazie al passaparola dei lettori. Gli ingredienti segreti dell’amore (Feltrinelli, 2011) è un vero e proprio caso editoriale: è stato un bestseller internazionale tradotto in 34 paesi, è rimasto per oltre quattro mesi in vetta alle classifiche italiane ed è diventato un film per ZDF. Con te fino alla fine del mondo (Feltrinelli, 2012), Una sera a Parigi (Feltrinelli, 2013), La ricetta del vero amore (Feltrinelli, 2014), prequel di Gli ingredienti segreti dell’amore, Parigi è sempre una buona idea (Feltrinelli, 2015) e Il caffè dei piccoli miracoli (2017) hanno confermato il talento di Nicolas, rendendolo uno dei giovani scrittori più amati dalle lettrici di tutto il mondo. Feltrinelli ha anche pubblicato, nella collana "Kids", la fiaba La tigre azzurra (2016), con le illustrazioni di Simona Mulazzani.


Sinossi: Ciascuno di noi ha due vite, e la seconda inizia proprio nel momento in cui realizziamo di averne solo una. François Jullien analizza quel fondamentale momento di rottura in cui, mentre esistiamo, all’improvviso diventiamo pienamente consci di essere al mondo. È l’inizio di una nuova vita, che germoglia dentro la vita stessa. Ed è anche un grande colpo di fortuna. Jullien comincia questo percorso filosofico ed esistenziale a partire da una considerazione tanto semplice da sembrare ovvia: man mano che il tempo passa e la vita avanza, perché scegliamo di continuare a vivere? Una domanda universale, valida per tutti. Eppure, una domanda dalle mille risposte, spaventosamente enigmatica.
La saggezza cinese, capace di pensare l’immanenza e la trasformazione, e la filosofia greca sono i punti cardinali di Jullien, che ci guida lungo un percorso di consapevolezza, senza accontentarsi mai di risposte banali, e cerca una comprensione più alta e ambiziosa, in grado di raggiungere il senso della nostra seconda vita.
La seconda vita è proprio qui, nel mezzo del tempo quotidiano della vita ordinaria. Per conquistarla dobbiamo anzitutto interrogarci sulle certezze che consideriamo verità. Non le verità della scienza, ma quelle di tutti i giorni, che diamo per scontate. E magari rimetterle in discussione alla luce della nostra esperienza. Allora scopriremo che alcune certezze sono negative e ottenebranti, perché impediscono di aprirci a un’infinita pienezza di possibilità. Uno sguardo a questo nuovo orizzonte e possiamo cominciare a esistere davvero.

“Saprò staccarmi dalla mia vita precedente per dare inizio a un nuovo giorno?”

La nostra seconda vita è qui. Dobbiamo solo imparare a riconoscerla.


L’autore: François Jullien è uno dei maggiori filosofi e sinologi viventi. Vive a Parigi e insegna all’Université Paris-VII “Denis Diderot”. È autore di molti libri tradotti in molte lingue. In italiano sono disponibili, tra gli altri titoli: Trattato dell’efficacia (1998), Elogio dell’insapore (1999), La grande immagine non ha forma (2004), Figure dell’immanenza (2005), Nutrire la vita (2006), Logos e tao. Parlare senza parole (2008), Le trasformazioni silenziose (2010), Sull’intimità (2014). Feltrinelli ha pubblicato Essere o vivere. Il pensiero occidentale e il pensiero cinese in venti contrasti (2016) e Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero (2017).

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