Artisti rivali di Sebastian Smee
Nel museo di Kitakyūshū si trova uno strano ritratto dei
coniugi Édouard e Suzanne Manet, realizzato da Edgar Degas nel 1868-69. Una
grande porzione di tela, questa la bizzarria, è stata asportata con una lama,
tranciando il viso e il corpo di Suzanne. Ancora più sorprendente, il
responsabile dello sfregio fu lo stesso Manet, maestro e amico di Degas. Che
cosa era successo? Forse non era soddisfatto del risultato? O forse le radici
del gesto affondano in qualcosa di più profondo e torbido?
La storia dell’arte moderna è piena di storie simili.
Immergendosi nelle vite di quattro coppie di artisti, Sebastian Smee
ricostruisce gli incontri e gli scontri, i traumi, le invidie e le gelosie che
hanno forgiato l’amicizia e l’influenza reciproca tra alcune grandi personalità
del mondo artistico, di cui ancora oggi resta traccia, con la stessa intensità
e la stessa fiamma, nelle loro opere.
Il farmacista del ghetto di Cracovia di Tadeusz Pankiewicz
Quando in un quartiere periferico di Cracovia viene creato
d’autorità il ghetto ebraico, il 3 marzo 1941, Tadeusz Pankiewicz ne diventa
suo malgrado un abitante. Pur senza essere ebreo, infatti, gestisce l’unica
farmacia del quartiere: contro ogni previsione e contro ogni logica di
sopravvivenza, decide di rimanere e di tenere aperta la sua bottega, resistendo
ai diversi tentativi di sgombero, agli ordini perentori di chiusura e
trasferimento. Rimarrà anche quando il ghetto verrà diviso in due e in gran parte
sfollato, quando diventerà sempre più difficile giustificare la necessità della
sua presenza. Mescolando il rigore della ricostruzione e la delicatezza del
ricordo, Tadeusz Pankiewicz ci restituisce la sua versione di questa grande
tragedia, raccogliendo le storie di chi ha subito impotente la “soluzione
finale” e le storie di chi ha invece provato a reagire.
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