Un ritratto ironico e dissacrante della maternità, nessun
romanzo rilevatore ma di certo un discorso diretto da una madre ad altre madri,
future madri ma anche padri o semplici donne che accarezzano l’idea della
gravidanza.
Vengono affrontati i problemi prima, durante e dopo la
gravidanza, come si evolve il rapporto della coppia, il sentirsi donna oltre
che madre, i microbi che pullulano all’asilo ed angosciano le mamme e così via.
Verissimo il capitolo sulle feste, ho visto lo stesso effetto con una cuginetta
proprio lo scorso Natale.
Di recente ho fatto visita ad un’amica che ha partorito da
poco, è ancora sconvolta ma in futuro non
nega la possibilità di avere un altro figlio. Mia madre, dopo me, era
terrorizzata eppure ne ha avuti altri due che in confronto sono stati una
passeggiata.
Non ho ancora figli ma, ho capito che la prima volta è
quella più traumatica (anche se non è un dato certo) e poi il resto viene da se
in tutto, dal parto all’educazione. Di
certo, facile non è crescere i figli, specie nella società attuale dove spesso
il senso di famiglia viene a mancare. In Africa si dice che per crescere un
bambino ci vuole un intero villaggio e di fatto è così, non è forse meglio
contare sui nonni, zii e parenti vari? Sia nel momento di bisogno che nei
momenti di gioia, io son cresciuta con molte persone nei miei primi anni di
vita e tutti ricordano la mia vivacità, ero una girovaga!
A parte le divagazioni personali varie, posso dire che
questo libro è stato interessante ai miei occhi di non mamma e di certo potrà
essere utile ai neo genitori o coloro che stanno per diventarlo, lo passerò di
sicuro ad una giovane mamma in attesa :).
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