Dopo Appuntamento al Ritz, ritorna Hope, la giornalista freelance conosciuta nella Parigi del primo romanzo. Allora investigava dietro le quinte di un importante albergo sotto le mentite spoglie di una collaboratrice, ora, invece, dovrà fare da assistente personale a Ludmilla Sun, una nota scrittrice di gialli.
Anche in questo caso i misteri non son pochi viste le assenze di Ludmilla, i segreti che la circondano e il suo modo di fare talmente sgorbutico da spingere Hope a pentirsi di aver accettato la sua proposta di lavoro. E il bello è, che alla fine, si trasforma in ammaliatrice per cercare di farla lavorare ancora per lei, anche se in un altro ruolo e, nonostante tutto quello che le ha fatto passare.
Dal punto di vista sentimentale Hope è ormai legata a Paulister, il conte conosciuto come stewart e nemmeno a dirlo fratello dell'ex collega e amica di Hope, Camilla. La loro storia sembra surreale, tutto troppo bello per essere vero nonostante le reciproche avversità in campo lavorativo che li tengono spesso separati. Hope inizia, quindi, ad avere dei sospetti su Petra, il capo di Paulister e il mondo che lo circonda, avendo lui intrapreso la carriera da modello. Quanto saranno fondati? Hope ha davvero da preoccuparsene?
Il romanzo è scritto sotto forma di sfogo quotidiano della protagonista, è lei a parlarci direttamente e schiettamente di ciò che capita a lei e a chi le sta intorno.
Riusciranno Hope e Paulister a liberarsi dai loro ingombranti capi e a coronare la loro "promessa di felicità" col matrimonio? Lascio a voi scoprirlo.
Grazie alle descrizioni dell'autrice, ho rivisto alcuni luoghi in cui Hope viene trascinata da Ludmilla, mi ha fatto venire nostalgia in particolare della Scozia per quanto la protagonista resti fedele a Parigi, sebbene alla fine scelga altri lidi.
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