Penso che tutti o quasi conosciamo “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry ed il suo protagonista, un bambino venuto dallo spazio per trovare una pecora che mangi i baobab che invadono il suo pianeta e che troverà e dispenserà anche amore e amicizia verso tutti gli esseri viventi.
Bene, e se il principe fosse tornato sulla Terra per altre perle di saggezza ed amore? Un po’ di tempo è passato dalla prima volta e così ora è adolescente, si ritrova tutto solo in Patagonia sul ciglio della strada dove un automobilista, preoccupato per lui, lo accoglie sulla sua auto in vista della prossima grande città.
Lungo la strada investono per sbaglio un cane, il ragazzo ne è molto rattristato, consola l’animale fino all’arrivo della sua ora e poi fa compagnia al padrone che piuttosto che aggredirli invita il ragazzo a casa sua e gli regala un cucciolo, Ari.
Ad una sosta i due incontrano una famiglia numerosa, il principe viene schernito per il suo abbigliamento e così il suo accompagnatore gli consiglia di vestirsi in maniera più comune per emergere per il suo io interiore piuttosto che per il suo aspetto. Successivamente i due ritrovano la famiglia, c’è subbuglio tra loro ed il ragazzo decide di regalare loro il cucciolo.
L’indomani trovano il cucciolo per strada e l’accompagnatore del principe pensa subito che sia stato abbandonato, alla fermata successiva ritrovano il padre della famiglia ed è lui a dirgli che il cane non l’avevano più trovato ed erano amareggiati per questo. Il principe, quindi, torna dai bambini e gli ridona il cane.
In tutti questi episodi c’è una morale, mai badare alle apparenze, bisogna saper comprendere e perdonare, porgere l’altra guancia in termini cristiani, amare per essere riamati. Non è il principe ad avere davvero bisogno d’aiuto ma il suo accompagnatore che scoprirà quanto ottuso sia diventato a dar credito alle apparenze senza indagare a fondo sulle cose e le persone.
Un romanzo filosofico si potrebbe dire, di una filosofia religiosa e caritatevole che può abbracciare le varie religioni perché in fondo Dio è uno ma ha tante forme e tanti nomi.
Bene, e se il principe fosse tornato sulla Terra per altre perle di saggezza ed amore? Un po’ di tempo è passato dalla prima volta e così ora è adolescente, si ritrova tutto solo in Patagonia sul ciglio della strada dove un automobilista, preoccupato per lui, lo accoglie sulla sua auto in vista della prossima grande città.
Lungo la strada investono per sbaglio un cane, il ragazzo ne è molto rattristato, consola l’animale fino all’arrivo della sua ora e poi fa compagnia al padrone che piuttosto che aggredirli invita il ragazzo a casa sua e gli regala un cucciolo, Ari.
Ad una sosta i due incontrano una famiglia numerosa, il principe viene schernito per il suo abbigliamento e così il suo accompagnatore gli consiglia di vestirsi in maniera più comune per emergere per il suo io interiore piuttosto che per il suo aspetto. Successivamente i due ritrovano la famiglia, c’è subbuglio tra loro ed il ragazzo decide di regalare loro il cucciolo.
L’indomani trovano il cucciolo per strada e l’accompagnatore del principe pensa subito che sia stato abbandonato, alla fermata successiva ritrovano il padre della famiglia ed è lui a dirgli che il cane non l’avevano più trovato ed erano amareggiati per questo. Il principe, quindi, torna dai bambini e gli ridona il cane.
In tutti questi episodi c’è una morale, mai badare alle apparenze, bisogna saper comprendere e perdonare, porgere l’altra guancia in termini cristiani, amare per essere riamati. Non è il principe ad avere davvero bisogno d’aiuto ma il suo accompagnatore che scoprirà quanto ottuso sia diventato a dar credito alle apparenze senza indagare a fondo sulle cose e le persone.
Un romanzo filosofico si potrebbe dire, di una filosofia religiosa e caritatevole che può abbracciare le varie religioni perché in fondo Dio è uno ma ha tante forme e tanti nomi.
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