lunedì 28 settembre 2020

IL MORSO DELLA VIPERA - ALICE BASSO


Si tratta dell'inizio di una nuova saga per la talentuosa Alice Basso che, come sapete, ho molto apprezzato nella saga di Vani Sarca - la Ghostwriter.

La nuova protagonista è Anita Bo, aspirante dattilografa di bella presenza nell'Italia del 1935. 
Anita da una mano nella tabaccheria dei suoi, tira fuori la questione di voler lavorare per rimandare il proprio matrimonio con Corrado e così, avendo comunque studiato dattilografia, cerca lavoro in questo campo.

Con astuzia, Anita finisce a fare la dattilografa per la rivista Saturnalia che si occupa di gialli tradotti da testi americani e gialli nostrani dove, secondo il regime, i cattivi sono sempre stranieri e gli eroi Italiani.

Vi è un accenno a Egle, dattilografa della Reale Mutua, protagonista di un precedente racconto della stessa autrice. 
Clara, migliore amica di Anita e sua ex compagna di scuola, fa la dattilografa proprio alla Reale Mutua. 
Le due sono diversissime tra loro ma accomunate da una vivacissima intelligenza.

Un episodio increscioso occorso durante una commemorazione fa emergere dal passato una morte avvolta dal mistero. Anita ed il suo superiore, lo scrittore/traduttore di Saturnalia Sebastiano Satta Ascona, iniziano a covare il desiderio di verità e giustizia in un certo senso. Ciò li spinge ad investigare sulla scia dei protagonisti delle loro storie e tra pedinamenti, interviste, evasioni ed incursioni, i due si ritrovano tra le mani la verità. 

Cosa farne in tempi tanto bui di una verità lontana che probabilmente ormai non interessa quasi più a nessuno? Qui nasce l'idea di farla confluire in un racconto, ovviamente camuffando personaggi e situazioni.

Sembra tutto troppo facile però, no? Ebbene, i colpi di scena non mancano. Lascio a voi scoprirli.

Infine, c'è la postfazione dell'autrice in cui ci spiega un po' la scelta dei personaggi, i loro nomi, l'ambientazione e le fonti che l'hanno ispirata ed informata sui fatti dell'epoca.

Come nella precedente serie, c'è questo legame con la letteratura ed è una cosa che sicuramente si apprezza.

Personalmente adoro le storie ambientate nella prima parte del XX secolo, nonostante le tante fasi difficili che ci sono state. In questo caso ho trovato un po' troppe puntualizzazioni per contestualizzare il personaggio in quel tempo, credo fossero quasi tutte superflue e quindi appaiono un po' ridondanti nel corso della storia.

Il finale, secondo me, resta un po' appeso. E' evidente che si tratta del primo volume di una serie già prevista. Chissà cosa succederà ad Anita la prossima volta!

Mi è dispiaciuto solo che la copertina fosse flessibile, per una prima edizione me ne aspettavo una rigida.



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