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mercoledì 3 maggio 2017

PADRI E FIGLIE


Adoro gli attori protagonisti di questo film, Russel Crowe ed Amanda Seyfried, "La ricerca della felicità" dello stesso Muccino mi piacque e così ho voluto vedere questo film nonostante fosse dichiaratamente drammatico ed io stessi cercando invece di distrarmi.

Jake Davis è uno scrittore vincitore del Pulitzer che ha appena perso sua moglie e deve crescere una figlia da solo, i postumi dell'incidente lo portano ad attacchi psicotici che sfociano in terribili convulsioni, così per il bene suo e della piccola Katie , decide di farsi curare.

Nel frattempo K resta dagli zii materni che vorrebbero adottarla innescando controversie legali non indifferenti.

Il film è un alternarsi tra passato e presente, tra una Katie bambina innamorata del padre ed una Katie adulta che consuma avventure come fossero caramelle, un anestetico per la propria mancanza di affetto.

Sacrosanta quella che mi pare fosse l'ultima battuta del film: " Gli uomini sanno vivere senza amore, le donne no".

E' in nome di questo che in molte sbagliamo, ci ostiniamo o semplicemente resistiamo in storie non proprio idilliache. E' questo ciò che tormenta la protagonista, l'unico uomo che abbia mai amato finora è stato suo padre e la vita l'ha segnata tanto da farla sentire vuota, cosa che però non corrisponde alla realtà.

Nel suo lavoro da assistente sociale Katie sa trasmettere amore, forse inconsapevolmente, ma i bambini capiscono più degli adulti e sanno leggerti dentro meglio di come tu stesso possa fare.

Un ragazzo diverso dai soliti sarà in grado di entrare in contatto con lei in maniera più profonda ma, sarà sufficiente a liberarla dal peso della propria storia e dall'inconsistenza dei propri sentimenti?

Una storia dura, realmente drammatica, a volte molto forte eppure così vera da coinvolgere lo spettatore fino ad immedesimarsi prima col padre, poi con la figlia.

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