LA STRADA DI CASA di George Pelecanos
Trama: Una storia che si svolge fedelmente ancora a Washington, ma questa volta non – o almeno non originariamente – nei suoi suburbs. Chris Flynn è un ragazzino di buona famiglia della upper middle class, figlio di genitori di origine irlandese, gente per bene che tanto tiene al suo piccolo sogno americano. Con Chris, però, qualcosa va storto e il ragazzo – per piccoli giri di droga, auto rubate, violenza di strada – finisce nel riformatorio di Pine Ridge, piccola rappresentanza bianca in mezzo a una maggioranza di ragazzi neri per cui resterà sempre “the white boy”. Per Amanda e Thomas Flynn è il dramma triste di due genitori che non capiscono dove hanno sbagliato.
Da qui, Pelecanos ci porta in avanti di dieci anni: Chris si è rimesso in carreggiata e lavora con il padre nella piccola azienda di famiglia, la Flynn’s Floors. Rivestimenti per pavimenti. Ha una casa, una fidanzata, si concede una birra il sabato sera e ben poche ambizioni. Con lui lavora anche Ben, un vecchio compagno dei tempi del riformatorio. Tutto fila liscio, la redenzione sembra funzionare, fino a quando Chris e Ben trovano sotto il pavimento di una casa da ristrutturare un borsone con 50mila dollari. Chris convince Ben a rimetterlo dove era. “Non ci sono scorciatoie. Bisogna solo lavorare, ogni giorno. È così per tutti”, gli dice. E così fanno. Ma Ben una sera si ubriaca e racconta tutto alla persona sbagliata. La violenza ritorna, ritorna il passato. E il genio letterario di Pelecanos si scatena nella sua capacità di studio dei personaggi, di escavazione dei sentimenti di uomini normali di fronte a piccole, banalissime azioni che muovono grandi cambiamenti e, per sempre, il corso delle loro vite.
Sono le piccole cose che contano ne La strada di casa, adorato da Barack Obama (Slate). Il fine sceneggiatore della superba serie della HBO, “The Wire”, “esplora qui il crimine, la punizione e la redenzione non in modo grandioso, ma attraverso il prisma dei piccoli momenti della vita”. “È affascinato – scrive il Washington Post – dalle decisioni minori che nel lungo corso fanno la differenza e fanno oscillare gli esiti quando persone buone ma imperfette cercano di fare la cosa giusta, anche se non sanno quale sia veramente”.
Il macrotema composito della scelta, della volontà e del destino contiene una distillazione del tema preferito di Pelecanos: il difficile rapporto tra padri e figli. Thomas Flynn ha vissuto il sogno americano dell’aspirazione ma vede suo figlio uscire dai binari, pagare per quello che ha fatto e tornare a una vita migliore, fino a quando, come in un eterno ritorno, le loro vite, unitamente alle loro tensioni si ritrovano al punto di partenza. Chris, il figlio, è tutti i demoni del padre. Ma i perché restano senza risposta. “Il mondo compromesso e incasinato dei personaggi di Pelecanos è realizzato con l’abilità che ci si aspetta da lui. Le strade di Washington fanno da fondale a un dramma che, talvolta, è evocativo di una tragedia greca dei giorni nostri. I temi sono trattati oltre i parametri di una classica crime novel: quali sono i limiti della relazione tra padre e figlio? Come ce la caviamo di fronte a scelte inevitabili? Non ci sono conclusioni reali. Ma Pelecanos non è mai stato bravo con le risposte facili. Porre le domande è abbastanza per lui”, osserva The Independent in una sublime analisi del romanzo.
L'autore: George Pelecanos, produttore di film indipendenti, giornalista, sceneggiatore della celebre serie tv della HBO The Wire, ha scritto numerosi thriller ambientati a Washington, la città in cui è nato e cresciuto. Romanzi che gli hanno valso premi internazionali e un posto da autore bestseller nelle classifiche americane. Osannato dalla critica, è anche uno degli scrittori più amati dal presidente Obama. Con Piemme ha pubblicato Vendetta, Angeli neri, Strade di sangue, Il circo delle anime, Fuoco nero, Il guardano del buio, Il Giardiniere Notturno e Il Sognatore.
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