Antonio Capolongo è nato a San Paolo Bel Sito, in provincia di Napoli, nel 1968. E’ laureato in Economia e Commercio e lavora presso una società per azioni ma il percorso “logico” non ha occupato tutta la sua vita... La passione per la scrittura affiora in lui nell’anno 2007, quando incomincia a dedicarsi sia alla prosa che alla poesia. Riguardo a quest’ultima, sin dal primo approccio, rimane affascinato dal verso endecasillabo. Ha composto infatti vari sonetti, alcuni dei quali presenti in diverse antologie poetiche.
I libri che accolgono le sue poesie:
- La fanciullezza vedo sorridere e danzare (Myricae. Collana di poesia contemporanea ispirata ai temi della poetica pascoliana), Editrice Zona - Arezzo;
- Castelli, magico mondo…, edito dal sito Budur info – Ariccia;
- Antologia Premio Laurentum 2010 – Roma;
- Il Mare, casa editrice Il Ginepro – Cagliari;
- Antologia Mario Dell’Arco 2011, Accademia G.G. Belli - Roma;
- Le Poesie di IoRacconto 2010, AssoPiù Editore – Firenze;
- Come un granello di sabbia, PensieriParole – Padova;
- I quasi adatti - Istituzione Biblioteche del Comune di Parma, edito da ilmiolibro it Gruppo Editoriale L'Espresso Spa – Roma.
In merito alla prosa, oltre ad Un incontro d’AmorE che è il suo primo romanzo, pubblicato dalla Arduino Sacco Editore, ne ha scritto un altro, ora al vaglio della casa editrice.
La mia intervista all'autore:
- Diciamo che il contenuto di questo romanzo esula dalla sua normale professione, si può dire che in lei convivano due anime?
La
risposta potrebbe essere insita nella domanda. Essendo io, infatti, un neofita
della scrittura, quando ho traslato, per la prima volta, i miei pensieri sulla
carta, non ero in grado di stabilire a quale genere appartenesse il mio scritto.
Ero soltanto capace di distinguerne la forma, sapevo cioè di scrivere in prosa
piuttosto che in poesia.
Apprendere, quindi, da chi si
imbatte nelle righe dei miei scritti, che si tratta di un romanzo o di un
sonetto mi permette di conoscere di più su quelle parole che vado incasellando
sui fogli.
Le racconto un aneddoto. I fogli,
sui quali scrivo l’ordito dei miei scritti, sono quelli cosiddetti da
riciclare, prodotti in ufficio. Su di un lato, dunque, ci sono i numeri,
sull’altro, le parole. Due lati di una stessa medaglia, o due anime, come le ha
appellate lei nella domanda.
- Cosa l'ha spinta a scrivere ad un certo punto della sua vita?
L’entrata
della scrittura nella mia vita, avvenuta all’età di trentanove anni, è
indissolubile dall’incontro con la donna che ha completamente sconvolto la mia
vita. Lei, oltre a divenire mia moglie dopo un paio di anni, mi suggerì di
trasporre sulla carta le storie che le raccontavo. È così che ho cominciato a scrivere.
- Leggendo le sue note biografiche ho trovato delle analogie tra lei e Marcello, è davvero così?
Marcello
ed io abbiamo in comune la legge, più precisamente il diritto, presente nelle
materie dei nostri rispettivi corsi di laurea, Giurisprudenza per lui, Economia
per me. Intorno alla legge orbita la mia vita. Per Marcello diventa il faro che
illuminerà la sua strada, soprattutto quando forze avverse faranno di tutto per
offuscargliela.
- Ha sperimentato sulla sua pelle una storia d'amore simile a quella del romanzo?
I
tormenti d’amore inaspettati, spesso lasciano un segno indelebile nel cuore, in
maniera particolare se causati da persone che intromettono nella vita, e
quindi, nei sentimenti altrui. Alcuni di questi tormenti ho vissuto in prima
persona, di altri ho osservato le dinamiche. Sia i primi che i secondi
ricorrono nelle vicende di Sofia e Marcello.
- Può fare qualche accenno al suo prossimo romanzo?
Volentieri.
Nel prossimo romanzo tratto il tema del lavoro. In particolare tento di
raccontare la vita di alcuni lavoratori, della provincia di Napoli, sui quali
incombe uno dei più disastrosi eventi che si possa abbattere su un essere
umano, la perdita del posto di lavoro.
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